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Quando il calcio è ricerca

Il team SPQR alla RoboCup

Quando il calcio è ricerca

Quando il calcio è ricerca

RoboCup 2024: Sapienza è l’unico team italiano nella Standard Platform League

Il periodico Baraonda News, l’informazione del litorale, racconta la RoboCup (Eindhoven 17-21 luglio) di Valerio, 24 anni, e Eugenio, 23 anni, due giovani ingegneri di Cerveteri che fanno parte della squadra SPQR del Dipartimento di Ingegneria Informatica, del Controllo e della Gestione “Antonio Ruberti” della Sapienza Università di Roma. Sono entrambi laureati in Artificial Intelligence and Robotics.

Eugenio, alla sua prima esperienza mondiale, e Valerio, alla sua seconda, si esprimono con un linguaggio molto semplice e diretto, comprensibile a tutti. E nello stesso tempo riescono a trasmettere come con la robotica uniscano passione, divertimento, tanto impegno nello studio e capacità di lavorare insieme.

“L’esperienza è stata bellissima. Ti permette di confrontarti con diverse realtà, quindi di imparare e divertiti al tempo stesso. Siamo un gruppo di persone serie e dedite al lavoro, questo ha fatto la differenza. Poi, personalmente, ho imparato tantissime cose da quando faccio parte del team. Ho acquisito delle nozioni pratiche che non credo avrei mai imparato da altre parti”, racconta Eugenio al giornalista Giorgio Ripani
E Valerio spiega benissimo perché per accelerare lo sviluppo di robotica e intelligenza artificiale sia stata scelta una sfida calcistica: “Da quando l’intelligenza artificiale ha preso piede in maniera vasta e parlo già dal 1997, non dell’ultima ondata. Quando IBM con Deep Blue vinse contro il campione mondiale di scacchi, in quel momento storico si era riusciti a battere l’uomo utilizzando un computer. Gli scacchi sono totalmente statici e quindi più facile nei calcoli del computer. In un gioco come il calcio è tutto diverso, hai ostacoli, avversari e le percezioni sono dinamiche, la palla si muove. Potresti cadere e rialzarti e perdere le percezioni che costituiscono le difficoltà più grandi. Si è scelto un gioco come il calcio per la sua popolarità, però è molto difficile farci giocare un robot. È come se il robot fosse nudo e noi gli mettessimo dentro dei metodi per giocare. Non è un semplice gioco, tutto quello che si fa è per fare ricerca e tutto viene convogliato per quell’obiettivo. Ogni anno la lega cerca di stimolare i team a trovare nuovi modi per sviluppare l’argomento. Ogni team deve non solo partecipare giocando, ma fornire delle pubblicazioni che vengono spiegate nella conferenza dedicata alla RoboCup. Non è una competizione fine a sé stessa”.

 

Due ragazzi di Cerveteri ai mondiali di robotica
Baraonda News, L’informazione del litorale
26 luglio 2024

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