Sophia Rondinelli racconta la sua esperienza con il learning game di Vodafone
Sono in corso le attività di LV8. Coding for girls, il percorso di formazione nell’ambito Steam che mette alla prova e valorizza le competenze degli studenti superiori usando LV8, app gratuita di Fondazione Vodafone. Nelle scuole coinvolte viene proposto un incontro formativo in presenza di due ore per presentare il learning game LV8, con il format della mission impossible: le studentesse e gli studenti si cimentano in una sfida a gruppi. Gli autori delle idee più creative, selezionate da una giuria, partecipano a una giornata finale di progettazione creativa (creathon) a Roma, che prevede una sessione di lavoro per la finalizzazione del progetto sulla nuova avventura di LV8, la presentazione dei progetti e la premiazione dei lavori migliori.
A parlarci dei primi appuntamenti formativi del 15, 16 e 18 aprile è la nostra formatrice Sophia Rondinelli, 23 anni a maggio, laureanda in Ingegneria meccanica a Roma Tre, oggi iscritta al corso minor “Intelligenza artificiale: nuove tecnologie, etica e competenze giuridiche”.
“Le formazioni si sono svolte all’istituto superiore Federico Caffè con le classi quarte e seconde degli indirizzi informatico, scienze applicate, turistico. Abbiamo proposto ai ragazzi, con una formula accattivante e innovativa, di avvicinarsi al mondo dell’intelligenza artificiale generativa tramite un’app, LV8, in una sfida articolata in più livelli tipica del learning game. Gli studenti si trovano in un’escape room digitale e sono chiamati a risolvere alcuni quesiti, avanzando progressivamente di livello. Immaginiamo una settimana enigmistica in forma virtuale, in cui alcuni team composti da tre a cinque ragazzi testano le proprie capacità intuitive e le conoscenze per rispondere a quesiti di completamento, domande, puzzle, ma in maniera collaborativa e coesa. Attraverso quattro livelli si arriva al quinto stadio del game in cui c’è una cassaforte da aprire. Una volta ottenuta la chiave, ecco conquistate le informazioni e i materiali di approfondimento per preparare un progetto creativo per la sfida finale del progetto. L’appuntamento è il 20 maggio all’Università di Roma Tre”.
Qual è lo scopo del gioco?
Attraverso l’esperienza si vuole avvicinare lo studente o la studentessa all’uso dell’intelligenza artificiale non solo come strumento per superare agevolmente una difficoltà o per realizzare un progetto, ma come tassello di un percorso più ampio per valorizzare e sviluppare la capacità di problem solving. Per poi scoprire che l’IA non è sempre lo strumento migliore per risolvere gli enigmi. A volte lo sono le librerie di materiali forniti, a volte lo è il motore di ricerca, ma in ogni caso è l’intuizione, l’empatia, la connessione con le emozioni e il ragionamento che consentono di arrivare con successo alla fine del percorso. Con il quinto livello ci si può candidare a una posizione lavorativa presso un’agenzia di hacker “legali”. In secondo luogo terminare il gioco aumenta le possibilità di essere selezionati per l’hackathon finale di maggio e, infine, è propedeutico per ottenere l’open badge, cioè una certificazione delle competenze acquisite utile anche per un futuro lavorativo.
Come è stato accolto il progetto?
L’approccio degli studenti più piccoli è stato di grande sorpresa, l’intelligenza artificiale in particolare è stata accolta con curiosità e gioia. Molti i feedback entusiasti, perché al contrario delle materie curricolari, queste formazioni aprono finestre su argomenti alternativi che possono sviluppare l’interesse verso materie poco ordinarie ma interessati per il proprio bagaglio culturale e umano, oltre che per un futuro lavorativo. Con la consapevolezza che, di fronte a un alieno capitato sulla Terra, l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale divergono almeno per una fondamentale componente, che ci riporta all’individuo: le emozioni"
Ti ha colpito qualche reazione in particolare?
Le studentesse sono state sorprendenti! Nonostante inizialmente mostrassero qualche titubanza, durante questo primo round di sfida, hanno dato il meglio di sé stesse, pronte ad imparare. Hanno realizzato di avere tutte le carte in regola per affrontare le materie Stema con entusiasmo e con un punto di vista completamente diverso rispetto ai loro compagni maschi. Questa esperienza mi ha fatto riflettere sulla ricchezza e sulla diversità che ognuno di noi porta nel mondo dell'apprendimento e sono grata di aver avuto l'opportunità di assistere alla crescita e alla fiducia di queste giovani donne e per alcune di loro essere stata una role model.
L'intervista è a cura di Onelia Onorati.