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La tesi dei Neet

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La tesi dei Neet

La tesi dei Neet

Il modello Dig4All per il reinserimento dei giovani inattivi

La collaborazione con le università si intensifica e i nostri progetti diventano anche oggetto di studio, come dimostra la tesi Progetto Dig4All nella regione Umbria: approccio multi-stakeholder per la presa in carico dei NEET”. Il lavoro, presentato dalla psicologa Arianna Millarini per il master in Risorse Umane e Organizzazione presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, si concentra sull'impatto di Dig4All, un modello innovativo che mira a sostenere i giovani Neet (Not in Education, Employment, or Training) nel loro reinserimento formativo e lavorativo.

Dig4All, attuato anche in Umbria, si distingue per il suo approccio multi stakeholder, che combina l'impegno di istituzioni pubbliche, aziende private e organizzazioni del terzo settore per offrire soluzioni personalizzate ai giovani esclusi dai tradizionali percorsi di formazione e lavoro. Arianna Millarini, in qualità di tutor di carriera per la Fondazione L'Albero della Vita (capofila), ha avuto un ruolo diretto nelle attività del progetto, con un punto di osservazione unico e privilegiato.

Nonostante il coinvolgimento attivo, Arianna ha mantenuto un approccio analitico e oggettivo, evidenziando le dinamiche chiave e i risultati ottenuti. La tesi dimostra come il progetto non solo abbia migliorato le competenze e l'occupabilità dei partecipanti, ma abbia anche creato una roadmap replicabile per altre realtà regionali o nazionali. Dig4All emerge così come un caso di studio rilevante, capace di ridurre le distanze tra i Neet e il mercato del lavoro.

La tesi sottolinea l'importanza di interventi coordinati e adattabili, che integrino percorsi formativi, sviluppo di competenze digitali e soft skills, e una rete di aziende per l'inserimento lavorativo. Il contributo accademico di Arianna rafforza il valore di Dig4All come modello da seguire per affrontare una delle sfide sociali più urgenti del nostro tempo.

Riportiamo alcuni passaggi delle "Conclusioni", particolarmente interessanti per il lavoro comune. 

 

L’approccio impiegato dal progetto Dig4All, ricalca quello basato sul modello di Public-Private-People-Partnership (4P), già sperimentato con successo nei programmi di garanzia per i giovani in Svezia e Finlandia. Questo modello propone la collaborazione tra istituzioni pubbliche, imprese private, terzo settore e gli stessi destinatari degli interventi, che devono essere attivamente coinvolti nella definizione del loro percorso professionale, così da aumentarne l’ingaggio e promuoverne la successiva autonomia. Questo approccio è il veicolo giusto per una progettazione partecipata degli interventi, consentendo la messa a fattor comune di priorità, risorse, esperienze e know how dei diversi attori, tentando il superamento dei limiti di un approccio centralizzato e di tipo top-down. Tra i contributi più fortunati del progetto, poi, la valorizzazione dell’approccio territoriale che ha consentito di ampliare la cordata degli attori già individuati con la figura del tutor di carriera, presenza costante e presidio territoriale, sensibile alle specificità del mercato del lavoro locale e in diretto rapporto con i beneficiari di ciascun territorio di pertinenza. Questo modello “sistemico”, attraverso la sua dimensione multistakeholder, ha dimostrato un valore eccezionale dal punto di vista dei beneficiari. Grazie a questa strategia, si è garantito supporto personalizzato e coordinato in risposta a specifiche esigenze, adattando le soluzioni alle reali condizioni e sfide del contesto territoriale. Sulla base dell’esperienza progettuale analizzata in questo lavoro, è emerso poi il valore degli Enti del Terzo Settore per una comprensione profonda delle dinamiche sociali dei territori in cui operano. Grazie a questo, la possibilità di sviluppare strategie di intervento efficaci, investendo di un'attenzione particolare le fasce più deboli e vulnerabili.

 

Il progetto è stato selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale. Il Fondo per la Repubblica Digitale è nato da una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri) e, in via sperimentale per gli anni 2022-2026, stanzia un totale di circa 350 milioni di euro. È alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria. L’obiettivo è accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese. Per attuare i programmi del Fondo - che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare) - a maggio 2022 è nato il Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata da Acri. Per maggiori informazioni
www.fondorepubblicadigitale.it.

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