Danilo, 18 anni, frequenta l’ultimo anno all’Istituto tecnico tecnologico “Pennella Vallauri” di Reggio Calabria. Si definisce un giovane attivista, è rappresentante scolastico e vice presidente della consulta provinciale. Collabora con il Centro comunitario Agape, fondato nel 1968 da don Italo Calabrò. Nell’ultimo periodo è molto impegnato a promuovere il Manifesto dei Giovani Calabresi.
Nell’ambito del progetto europeo TRUST aWARE - Enhancing Digital Security, Privacy and TRUST in softWARE, Danilo ha partecipato a un gruppo di discussione, animato con una particolare metodologia, l'intervista come conversazione [vedi la notizia La ricerca di Trust aWARE].
Poi si è fermato a fare due chiacchiere con noi e ci ha raccontato i suoi studi e i progetti per il futuro. Abbiamo cercato di capire perché si avvicinato al tema della sicurezza in rete e quanto i giovani siano consapevoli dei rischi informatici.
"Tengo d’occhio sia il Politecnico a Milano e a Torino che la Bocconi e la Cattolica. Sono infatti indeciso su quale strada intraprendere dopo la scuola. Sono appassionato di diritto dal primo anno di liceo ed è dal terzo anno che faccio le simulazioni per i test di ammissione a giurisprudenza. Tuttavia, con la pandemia, mi sono reso conto di avere un punto debole per un settore specifico dell’informatica, la cyber security", racconta Danilo.
"C’è da dire che in un Istituto tecnico e informatico, sicurezza informatica e sicurezza della rete sono competenze base. Io poi ho seguito alcuni corsi di creazione, gestione e protezione delle reti. Aggiungo però che prima di studiare queste cose, non me ne importava nulla di sicurezza informatica. È lo studio che mi ha sensibilizzato alla materia e ad assumerne atteggiamenti più prudenti".
Gli altri coetanei sono prudenti come Danilo, ormai sensibilizzato al problema?
"Alcuni sì, altri meno. Direi che la proporzione è 50 e 50. Questo perché molto spesso abbiamo una bassissima percezione dei rischi che corriamo on line. Ad esempio, non ci accorgiamo subito se ci stanno rubando i dati".
Cosa si può per rendere i giovani più consapevoli? Per Danilo non ci sono dubbi: "La risposta è sempre una: la scuola. Serve sensibilizzare a scuola, ma fin da quando gli studenti sono piccoli".
Danilo è pronto a dare qualche suggerimento anche ai coetanei: "Quello che consiglio a tutti è di non navigare su siti poco affidabili, come quelli che non chiedono l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, e di installare un antivirus. Per i più esperti consiglio anche di installare un firewall. Penso poi che sia molto utile, quando si fanno acquisti online, scollegare la carta prepagata dal conto bancario e non utilizzare sempre lo stesso account mail".
Il sogno di Danilo e i suoi progetti per il futuro?
"Vorrei potermi realizzare in Calabria. La regione si dovrebbe svecchiare. Si dovrebbe fare spazio ai giovani e investire tanto. Non vogliamo andare al nord per eccellere".