Come è fatto lo spazio della realtà estesa? Lo indaga l’opera Still Life
Tra le novità della sesta edizione di Videocittà, dal 13 al 16 luglio al Gazometro di Roma, c’è Agorà Expo: per la prima volta, professionisti e aziende del settore creativo mostrano progetti e prodotti in una nuova area espositiva allestita al piano terra del Gazometro G3, per condividere anche con il pubblico i propri contenuti ed esperienze. Tra i lavori esposti in quest’area, una serie di cortometraggi in realtà virtuale prodotti da Rai Cinema, le creazioni di aziende leader a livello nazionale e internazionale e delle accademie creative italiane, ma anche Still Life, un virtual reality artwork di Chiara Passa, a cura della Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Meta.
Nell’audio Chiara Passa ci racconta il suo lavoro di artista e cosa significhi esplorare lo spazio della realtà estesa. Ha cominciato a lavorare su questa dimensione da quando sono arrivati sul mercato i primi visori per la realtà virtuale. "Immergendosi nelle mie opere di realtà virtuale gli spettatori diventano sia ciechi sia ipervedenti", spiega l’artista. Ma che cos’è “Still Life”? È un quadro tridimensionale scomposto e interattivo orientato agli oggetti. È strutturato come una passeggiata, in cui lo spettatore per vedere tutto e da ogni angolazione deve scegliere un percorso… si deve arrampicare sulle montagne, può interagire con gli oggetti, in altre parole entra all’interno del quadro per vivere un’esperienza metafisica e surreale. Una sperimentazione artistica cominciata con i gradi affreschi pompeiani.