Main Menu

La fiducia nelle istituzioni

Alessio Muscillo

La fiducia nelle istituzioni

La fiducia nelle istituzioni

Con Fattore J gli adolescenti coinvolti in più ricerche di rilevanza sociale

È stata recentemente pubblicata sulla rivista Social Indicators Research la ricerca condotta da Alessio Muscillo, professore associato presso l’Università Mercatorum, in collaborazione con i colleghi Elena Sestini, Gabriele Lombardi, Francesca Garbin e Paolo Pin. Il titolo dell’articolo, Incrementare la fiducia nelle istituzioni: evidenze di uno studio sperimentale sugli adolescenti in Italia, riflette chiaramente il focus del lavoro, che propone un'analisi quantitativa di un esperimento di survey randomizzato condotto su un campione di 1.433 studenti delle scuole secondarie di secondo grado in Italia. L’obiettivo dello studio è stato misurare i livelli di fiducia in diverse istituzioni (sanità, istruzione, politica, giustizia e difesa) e identificare i fattori determinanti che influenzano la fiducia nella scienza, con particolare attenzione alle tematiche sanitarie, come evidenziato nell’abstract dell’articolo.

Anche la Fondazione Mondo Digitale ha collaborato alla ricerca, coinvolgendo le scuole della propria rete affinché gli studenti rispondessero alle domande del questionario.

Tra gennaio e maggio dello scorso anno, il ricercatore Muscillo ha coordinato quatro studi su temi di rilevanza sociale:

  1. Cambiamenti negli stili di vita dei giovani da un anno all’altro in seguito all’emergenza pandemica e alle relative misure di contenimento (Vaccines, dicembre 2021).
  2. Fiducia nelle istituzioni della scienza e nei comunicatori scientifici (Social Indicators Research, gennaio 2022).
  3. Cambiamenti negli stili di vita legati alle opinioni scientifiche, con particolare riferimento all’adozione di comportamenti sostenibili, pro-sociali e pro-ambientali (working paper attualmente under review per la pubblicazione, febbraio 2022).
  4. Bias cognitivi legati a tematiche scientifico-mediche (studio in preparazione, marzo 2022).

Lo studio recentemente pubblicato (gennaio 2025) si concentra su un momento cruciale della crescita degli adolescenti, in cui si sviluppano e consolidano i valori di riferimento. Indirettamente, l’analisi offre anche una prospettiva sulla propensione dei giovani all’adesione alle regole sociali. La fiducia, infatti, rappresenta un elemento fondamentale per il funzionamento di una società democratica solida e strutturata. “Si tratta di una variabile complessa da promuovere e mantenere, che richiede un impegno costante da parte del sistema educativo e delle istituzioni”, osserva il ricercatore Muscillo.

Struttura e risultati della ricerca
All’inizio del 2022, con il supporto della Fondazione Mondo Digitale, sono state coinvolte scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia, rappresentative di diversi indirizzi di studio. Agli studenti sono stati somministrati test online costruiti su tre scenari differenti. Le domande miravano a valutare il grado di affidabilità attribuito a diverse fonti di informazione:

  1. i media (social network, televisione, quotidiani, radio);
  2. figure di riferimento (genitori, medici, amici).

In particolare, gli studenti sono stati invitati a esprimere il loro livello di fiducia rispetto ad alcune informazioni di carattere scientifico e sanitario, a seconda della fonte che le aveva fornite. Considerato il contesto pandemico appena vissuto, i risultati hanno mostrato un’influenza significativa delle esperienze recenti sulle percezioni degli adolescenti. 
L’analisi ha rivelato livelli di fiducia relativamente elevati nelle istituzioni scientifiche e sanitarie, nonché negli esperti del settore. Questi dati confermano i risultati di studi precedenti e sono coerenti con le rilevazioni dell’Istat. Al contrario, il sistema politico - e in particolare il Governo - gode di un livello di fiducia nettamente inferiore. In termini quantitativi, la fiducia nel sistema sanitario, nelle forze dell’ordine e nella scuola si attesta rispettivamente su valori medi di 6,1, 5,4 e 4,7 su una scala da 1 a 10, mentre i livelli di fiducia nei confronti del Parlamento e dei partiti politici risultano significativamente più bassi (rispettivamente 3 e 2,3).
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda la relazione inversamente proporzionale tra l’uso intensivo dei dispositivi mobili e la fiducia nella scienza e nelle istituzioni. I dati suggeriscono un’accresciuta propensione dei giovani a considerare sempre più affidabili i contenuti veicolati dai social network.

Dinamiche di fiducia e implicazioni sociali
“Insieme agli esperti, anche medici e amici sono considerati fonti affidabili, mentre i genitori lo sono in misura minore. Tuttavia, quando i giovani leggono un’informazione, tendono a ritenerla più credibile se attribuita a un’autorità scientifica, come un medico. Se l’informazione è accompagnata da un’immagine - ad esempio la foto di un medico, di un amico o di un genitore - entra in gioco una componente emotiva che porta a livelli di fiducia statisticamente indistinguibili tra le diverse fonti”, spiega Muscillo.
Un ulteriore elemento di interesse riguarda le differenze di genere: i ragazzi mostrano una maggiore fiducia nei medici  che comunicano informazioni scientifiche, mentre le ragazze tendono a mantenere livelli di fiducia costanti indipendentemente dalla fonte (medico, amici o genitori). Inoltre, il livello di istruzione sembra influire positivamente sulla fiducia nelle istituzioni scientifiche e sanitarie: gli studenti con un buon rendimento scolastico dimostrano una maggiore fiducia nei professionisti della salute e della ricerca.
Quanto di questo atteggiamento è imputabile al contesto pandemico? “La letteratura evidenzia un calo generalizzato della fiducia nelle istituzioni negli ultimi decenni, un fenomeno il cui legame con l’ascesa dei social network non è ancora del tutto chiaro. La pandemia ha sicuramente amplificato tali dinamiche, rendendole più evidenti”, afferma Muscillo.
Un aspetto cruciale è rappresentato dalla comunicazione scientifica e dalla sua percezione mediatica. “Quando un rappresentante della comunità scientifica espone dati ed evidenze, ma viene messo a confronto con esponenti di posizioni minoritarie, si genera una percezione distorta nel pubblico. Ad esempio, nei dibattiti televisivi tra sostenitori e oppositori dei vaccini, le minoranze no vax risultano sovrarappresentate: sebbene costituiscano solo l’1% della popolazione, in tv sembrano pari al 50%. Questo squilibrio mediatico altera la percezione della realtà”, osserva Muscillo. “È fondamentale che la comunità scientifica e il mondo dell’informazione collaborino per evitare di indurre percezioni errate sulle evidenze scientifiche. Un caso emblematico è il cambiamento climatico: l’impressione diffusa è che vi sia ancora un dibattito aperto tra gli scienziati, mentre in realtà si discute solo di dettagli. Le basi del fenomeno sono ormai universalmente riconosciute”.

Prospettive future
Anche i risultati di altre ricerche sulla pandemia convergono su conclusioni analoghe: incrementare la trasparenza, l’educazione e la formazione rafforza la fiducia nei giovani, come accade per l’intera popolazione. Tuttavia, l’accesso alle informazioni attraverso i social media introduce nuovi rischi legati alla disinformazione, un tema ancora oggetto di dibattito nella letteratura scientifica (cfr. Huber et al., 2019, Public Understanding of Science). 
Tra le prospettive di ricerca future, Muscillo cita gli studi in corso sui comportamenti sostenibili e sull’influenza dei bias cognitivi nei processi decisionali legati alle tematiche scientifiche.

 

A cura di Onelia Onorati, ufficio stampa della Fondazione Mondo Digitale

Altre notizie che potrebbero interessarti

I nostri progetti

Rimani aggiornato sulle nostre ultime attività, notizie ed eventi