Docenti della scuola del noi: l'intervista a Fortuna Testa
Per la rubrica dedicata ai Docenti della scuola del noi, questa settimana condividiamo l’intervista a Fortuna Testa, insegnante di scuola primaria presso l’istituto comprensivo 57 S. G. Bosco di Napoli. Insieme alla collega Lara Fina Ferrari, la docente ha curato la quinta unità didattica del volume Cittadinanza digitale integrata e sostenibilità alla primaria (Erickson, 2023).
"La buona pratica del cubo è partita da un bisogno di sostegno ad alunni fragili ed è poi diventata di aiuto a tutti per consentire alla classe di raggiungere gli obiettivi previsti. Ci si potrebbe chiedere, "Ma perché proprio il cubo?". Il cubo appartiene alla tradizione ludica del presente e del passato (esempi sono il gioco dei dadi, il cubo di Rubik) e per questo favorisce l’attesa del "gioco" e dunque la curiosità. La Buona pratica del cubo introduce la costruzione di un cubo che declina da più punti di vista e/o discipline una sola tematica".
L'INTERVISTA
Ci sintetizzi in poche battute l’attività che ha seguito personalmente e di cui ha parlato nel libro?
Nel libro mi sono occupata di descrivere, insieme alla collega Lara Fina Ferrari, la metodologia didattica per scenari “La buona pratica del cubo” che la docente aveva personalmente sperimentato nelle sue classi alla scuola secondaria. Mi è sembrato particolarmente stimolante e coinvolgente anche per i miei studenti di scuola primaria. In particolare con le classi quinte. Il percorso parte da un tema/stimolo da cui poi si sviluppa una ricerca-azione. La progettazione, la partecipazione attiva degli studenti e il prodotto digitale sono il fulcro di questo lavoro.
Qual è stato il valore aggiunto di questa iniziativa per la sua classe? Sono emersi suggerimenti per attività supplementari o nuovi bisogni?
Il valore aggiunto è senza dubbio l’autonomia raggiunta dagli studenti che devono sapersi coordinare all’interno dei gruppi, rispettando ruoli, incarichi e competenze. Questo fa sì che tutti contribuiscano alla buona riuscita del prodotto finale secondo le proprie abilità, maturando la consapevolezza di sé come parte essenziale di un team. La didattica per scenari rende i percorsi didattici interessanti perché partono da contesti concreti e dunque arricchiscono l’esperienza scolastica degli studenti. Inoltre è stato significativo sperimentare un ruolo di facilitatore e mentore che ha stimolato negli studenti una riflessione proficua.