Docenti della scuola del noi: Lara Fina Ferrari racconta la buona pratica del cubo
Nel sesto appuntamento della rubrica dedicata alla comunità dei Docenti della Scuola del noi, vi proponiamo l’intervista a Lara Fina Ferrari, docente di scuola secondaria di I grado e docente d’inglese presso l’Istituto comprensivo del Vergante, che ha realizzato, insieme alla collega Fortuna Testa, la quinta unità didattica del volume Cittadinanza digitale integrata e sostenibilità alla primaria (Erickson, 2023), intitolata “Il Cubo, una buona pratica”.
La Buona pratica del cubo introduce la costruzione di un cubo che declina da più punti di vista e/o discipline una sola tematica. Questa buona pratica è inclusiva e basata sulla cultura del compito, ed è l’occasione per sperimentare in classe una situazione di apprendimento stimolante capace di creare un clima emotivo positivo, di motivare la classe e di far interagire gli studenti tra loro.
L'INTERVISTA
Ci sintetizza in poche battute l'attività che ha seguito personalmente e di cui ha parlato nel libro? Nel libro ho trattato insieme alla collega Fortuna Testa “Una buona pratica: il cubo”, sperimentata nel plesso nel quale lavoro all’istituto comprensivo Vergante. La sperimentazione è iniziata nelle classi della scuola secondaria di I grado ed è, in breve tempo, diventata una buona pratica inserita nel percorso verticale con due plessi di scuola primaria.
Il Cubo è il prodotto finito di un percorso che parte da un argomento e dà vita a una ricerca. Ciò che dà valore a questo lavoro è la progettazione condivisa, la partecipazione di alunni e la collaborazione tra docenti e tra alunni e tra alunni e docenti. È un lavoro di gruppo a 360 gradi! Tutti contribuiscono alla buona riuscita del prodotto finito, attraverso incarichi, competenze, creatività e partecipazione.
Qual è stato il valore aggiunto di questa iniziativa per la sua classe? Sono emersi suggerimenti per attività supplementari o nuovi bisogni?
Questa buona pratica ha favorito (e tutt’oggi favorisce) la convivialità e la socializzazione, inoltre il cubo appartiene alla tradizione ludica del presente e del passato… ha favorito l’attesa delle “giocata” e dunque la curiosità. Durante lo sviluppo del cubo ciascuno ha visto e toccato i contenuti culturali interdisciplinari e ha interagito con essi in scenari di vita reale.
L’uso sistematico del digitale unito alla didattica tradizionale ha promosso lo sviluppo consapevole dell’identità personale.
L'entusiasmo di studenti e colleghi ha favorito fin da subito la fattibilità dell’attività e la replicabilità nei successivi anni portando il cubo ad essere protagonista nel territorio e ricevendo la collaborazione e l'ospitalità in biblioteche e comuni.
Mi preme sottolineare che questa nuova pratica, questa nuova idea non è rimasta un fenomeno, un'esperienza estemporanea ma è diventata un’applicazione sistematica, coerente, condivisa e durevole.