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Il segreto di Nao

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Il segreto di Nao

Il segreto di Nao

 

È la domanda che sono si posta tutte le persone, grandi e piccoli, che alla RomeCup 2014 hanno assistito all’esibizione dei robot calciatori "allenati" dai coach del Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale "Antonio Ruberti" (Diag) dell’Università Sapienza di Roma.

Tra le azioni più spettacolari il tuffo del portiere per proteggere la porta, ripreso anche dalla telecamera di Repubblica TV.
 

 

Nao, prodotto da Aldebaran Robot, è alto circa mezzo metro, è dotato di gambe, braccia, mani, sensori e capacità di interazione. A controllare ogni movimento è il cervello “informatico”, l’efficiente processore situato nella sua testa. Il segreto di Nao, infatti, è il piccolo processore Intel Atom Z530, particolarmente versatile per le dimensioni e il ridotto consumo energetico.
 
Nella categoria Standard Platform League tutte le squadre usano robot identici, cioè Nao, quindi gli studenti si concentrano soprattutto sulla programmazione. Il robot deve essere in grado di giocare in piena autonomia, senza controllo esterno, in un campo di calcio che misura 7,4 m di lunghezza e 5,4 m di larghezza. La partita si gioca in due tempi da 10 minuti, con una pausa intermedia.
 
 
 

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