Nei giorni scorsi a Liegi in Belgio, nel corso della conferenza internazionale Practices and Competences to fight school bullying presso la scuola di formazione Helmo Sainte Croix, è stato presentato il report finale della ricerca condotta dai partner - Dublin City University, Hellenic Open University, Fondazione Mondo Digitale, Computer Technology Institute & Press Diophantus e Inforef - nel corso dei primi mesi del progetto europeo Sonet-Bull - Practices and competences in dealing with bullying in school.
L’obiettivo è analizzare come sia definito a livello normativo il bullismo nei diversi paesi coinvolti, quali siano le politiche implementate e le migliori strategie realizzate ad oggi per prevenire e contrastare il bullismo nel contesto scolastico. Il testo integrale della ricerca Report on practices and competences in dealing with bullying in school communities può essere consultato e scaricato nell’area risorse di questo (sezione pubblicazioni) e sul sito del progetto www.sonetbull.eu.
Per la Fondazione Mondo Digitale è intervenuta alla conferenza internazionale la project manager Annaleda Mazzucato [@AnnaledaM], che spiega come dall’incontro e la lavoro congiunto sia emersa la carenza di conoscenza del fenomeno da parte dei diversi attori coinvolti. “Sia i genitori sia gli altri attori della comunità scolastica non hanno le competenze per poter attuare strategie educative preventive ma anche interventi a sostegno di vittime e bulli. Genitori, dirigenti scolastici e docenti non sono in grado di riconoscere i fenomeni di bullismo, non sono in grado di affrontarli e, nella maggior parte dei casi, non sono a conoscenza della normativa vigente in materia. L’allontanamento del bullo dalla scuola è spesso la soluzione più frequente. E non viene considerato l’impatto sociale delle errate strategie adottate”.
Consapevoli delle lacune a livello politico, della mancanza di linee guida che supportino docenti, dirigenti scolastici e genitori, nel percorso di identificazione delle cause e conseguenze degli atti di bullismo come nel percorso di denuncia e supporto a vittime e bulli, i partner del progetto si sono incontrati per discutere un possibile percorso formativo rivolto agli attori della comunità scolastica e ai genitori, basato sulla metodologia del peer learning e l’uso delle nuove tecnologie.
Nel corso della ricerca i partner hanno individuato un set di competenze chiave necessarie per avviare strategie di prevenzione e contrasto al bullismo, hanno elaborato congiuntamente un percorso formativo rivolto gli attori scolastici basato su queste competenze chiave e sulle migliori pratiche esistenti in Europa.
“Nei prossimi mesi, attraverso il coinvolgimento delle scuole interessate in Italia, Grecia, Irlanda e Belgio”, spiega ancora Annaleda Mazzucato, “i partner sperimenteranno i moduli formativi elaborando insieme agli stressi docenti, dirigenti scolastici, genitori e psicologi, i materiali didattici che costituiranno poi il percorso formativo on line (la piattaforma è in corso di sviluppo), disponibile per chiunque desideri apprendere come applicare le migliori pratiche a livello europeo di contrasto e prevenzione del bullismo”.
La piattaforma prevederà inoltre la possibilità di creare gruppi di discussione, scambiare materiali ecc.