Ambizione Italia per la cybersecurity: il contributo di Carlo Mauceli
Il conflitto russo-ucraino ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno della guerra cibernetica (cyberwar). Ma quali sono le differenze e le somiglianze tra un conflitto fisico e quello informatico? Una guerra cibernetica può aiutare a vincere in un conflitto convenzionale? “In realtà in un conflitto reale la dimensione cibernetica non sembra così rilevante rispetto a quella classica militare”, spiega Carlo Mauceli, National Digital Officer di Microsoft Italia. “Ma una peculiarità è chiara: la cyberwar rende le difese forti e deboli allo stesso tempo, perché la capacità cibernetica è in assoluto quella che annulla di più i divari tra i Paesi in termini di potenza”. La differenza esistente tra Stati Uniti e Corea del Nord in moltissimi campi (militare, tecnologico, economico ecc.), in ambito cibernetico è infinitamente minore. Infatti, anche Stati poco sofisticati dal punto di vista tecnologico possono raggiungere facilmente un ottimo livello di prestazioni cibernetiche. Secondo i dati del Digital Defense Report 2022 di Microsoft tra le evoluzioni del cyber crime c’è proprio l'aumento degli attacchi coordinati dagli stati, che passano dal 20 al 40% del totale.
Carlo Mauceli si occupa di politica tecnologica ed è un osservatore attento degli scenari mondiali, non solo italiani, in termini di sicurezza. È lui a introdurre il prossimo appuntamento del programma Ambizione Italia per la cybersecurity con la penalista Giulia D’Andrea, per dare i giusti contorni alle diverse implicazioni di una guerra cibernetica. Perché, come rileva, il Cnaipic, la struttura specializzata in cybersicurezza della Polizia postale e delle comunicazioni, le tensioni geopolitiche connesse alla guerra in Ucraina hanno "significativi riverberi" in materia di sicurezza cibernetica, con "campagne massive" a livello internazionale contro infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende, dal phishing ai malware alla disinformazione. In questo scenario quali sono i profili professionali che lavorano per la sicurezza dei cittadini?
Giulia D’Andrea è una giovane penalista che si sta specializzando in criminologia informatica. Il prossimo 13 luglio, alle 17, è la formatrice del job talk “Cybercrime: una minaccia che sta cambiando il mondo… anche del lavoro”. Giulia ci aiuta a capire i reati informatici più comuni e le normative italiane ed europee oggi in vigore. Con lei proviamo a “entrare” nella mente di un cybercriminale, per capire gli interessi che si nascondono dietro gli attacchi informatici e scoprire chi sono le vittime più vulnerabili. Ma parliamo anche di lavoro, esplorando le possibilità di carriera in un settore in rapido sviluppo, non solo per ingegneri ed esperti ICT [vedi la notizia Come difendersi dai reati informatici].