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Cybersecurity, la vulnerabilità del lavoro ibrido

Sicurezza informatica

Cybersecurity, la vulnerabilità del lavoro ibrido

Cybersecurity, la vulnerabilità del lavoro ibrido

In un anno 33,6 milioni di attacchi, le minacce via mail aumentate del 101%

Nel corso del 2021 le minacce informatiche veicolate attraverso i messaggi di posta elettronica  sono state 33,6 milioni, con una percentuale di aumento del 101% rispetto all'anno precedente. Il dato emerge da Cloud App Security Threat Report 2021, l'ultimo studio Trend Micro, azienda di cybersecurity, che dimostra come la posta elettronica rimanga uno dei punti di accesso principali per gli attacchi informatici.

"Ogni anno assistiamo a mutazioni nel panorama delle minacce cyber e a una estensione della superficie di attacco aziendale, ma la posta elettronica rimane sempre uno dei principali target di attacco", ha affermato Alessandro Fontana, Head of Sales di Trend Micro Italia, intervistato dall'agenzia Ansa.

Nel 2021 sono stati 16,5 milioni gli attacchi di phishing rilevati e bloccati, per un aumento del 138%, in gran parte legato alle modalità di lavoro ibride che continuano a essere un punto debole per la sicurezza. 6,3 milioni gli attacchi di phishing a nomi utente e password, per un aumento del 15%. Inoltre, 3,3 milioni i file dannosi rilevati, numero che corrisponde a un aumento del 134% delle minacce note e del 221% del malware sconosciuto.

Ai rischi dello smart working se i lavoratori non sono adeguatamente preparati, è dedicato anche un capitolo del primo rapporto Censis sulla sicurezza, dal titolo DeepCyber: il 59,6% usa device aziendali, mentre il 20,1% non tiene separati i device per lavoro dai device personali per attività non lavorative, private. Un comportamento che è spia di un buco evidente nella rete di protezione che può aprire varchi molto pericolosi per i malintenzionati (25,5%). Altra area di rischio riguarda le abitudini di salvataggio del proprio lavoro quotidiano da casa: infatti, all’82,1% capita di salvare gli output del proprio lavoro su singoli device.

Per una reale trasformazione digitale, che significhi maggiore benessere e qualità di vita, occorre una cultura della sicurezza diffusa e attiva. Come fare?

Oltre ai seminari e agli incontri sulla cultura digitale con le diverse generazioni (Vivi Internet, al meglio), stiamo lavorando sul tema della sicurezza informativa con due progetti specifici con diversi punti di vista. Uno dei principali obiettivi del progetto Trust aWare è migliorare la capacità dei cittadini europei di tutelare sicurezza e privacy, con strumenti sviluppati ad hoc per difendersi dalla minacce informatiche.

Con Microsoft, nell'ambito  del programma Ambizione Italia, lavoriamo sulla formazione di studenti e giovani, anche per orientare verso percorsi professionali specializzati sulla sicurezza informatica.

 

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