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Coding per l'accoglienza

Coding per l'accoglienza

Coding per l'accoglienza

La scorsa settimana, con la testimonianza della docente Elisa Baraghini, abbiamo esplorato gli usi inclusivi, soprattutto per gli alunni con bisogni speciali, della piattaforma CS First [vedi la notizia Il coding per l'inclusione].

 

Oggi la maestra Maria Grazia Fonti, docente di lingua inglese nella scuola primaria, formatrice alla pari per colleghe e colleghi nelle Digital Room di CS First e autrice del progetto Equality, ci racconta come usare la piattaforma per fare educazione civica esperienziale e accogliere gli alunni di origine straniera.

 

Maria Grazia insegna nell'Istituto comprensivo di Castel Volturno, in provincia di Caserta, "uno dei territori del Paese dove vi è un’alta concentrazione di immigrati, di prima e di seconda generazione, provenienti soprattutto dal continente africano e non solo.

"Nelle mie classi quasi un un terzo degli alunni sono immigrati o figli di immigrati, oltre che dall’Africa, dall’America Centrale e Meridionale, dalla Cina, dall’Est Europeo", spiega la maestra. "Un intreccio di culture e modi di vivere che può essere una grande risorsa di esperienze di convivenza democratica, un arricchimento culturale e una fonte di cittadinanza attiva globale ma, se esistono barriere e pregiudizi, rischia di divenire il crogiuolo di sentimenti negativi, di rifiuto e di non accettazione".

 

Ma come si costrisce un progetto di coding dedicato all'accoglienza? "Siamo partiti dall’osservazione dei nostri comportamenti personali nei confronti del “nuovo arrivato”, per far emergere gli atteggiamenti di ciascuno nei confronti di un ipotetico nuovo alunno che si aggiunge alla classe (brain storming, circle time, nuvola di parole)". Lasciamo continuare la maestra Maria Grazia...

 

Poi abbiamo giocato allo scambio dei ruoli (role-play): ognuno era invitato a immedesimarsi nei panni di un bambino che giunge in un paese straniero e comincia a frequentare la scuola (“immagina come ti sentiresti se la tua famiglia andasse a vivere all’estero, nel tuo primo giorno di scuola: conosci poco la lingua o non la conosci affatto. Quale comportamento ti metterebbe di più a tuo agio da parte dei nuovi compagni? E da parte dell’insegnante? Cosa ti farebbe soffrire maggiormente tra gli atteggiamenti che i tuoi compagni potrebbero adottare nei tuoi confronti?”). I punti “caldi” vengono segnati sulla lavagna. Poi si procede con una nuova nuvola di parole per visualizzare gli argomenti sensibili. A questo punto abbiamo raccolto materiale sufficiente per definire il nostro messaggio: lo scopo è di invitare tutti ad essere accoglienti nei confronti del “nuovo”; la modalità consiste in piccoli gesti che facciano capire al compagno la nostra disponibilità: il gruppo è aperto.

Ma come realizzare un messaggio efficace, con quali strumenti? Un testo scritto, anche su un cartellone, rischierebbe di essere ignorato. Un breve video messaggio sarebbe più accattivante. Quale mezzo potremmo usare? La scelta cade subito su Computer Science First e Scratch: se facessimo un vero video potremmo riscontrare difficoltà con le autorizzazioni per la sua diffusione, e poi non tutti se la sentono di fare gli attori! CS First e Scratch invece ci permettono di recitare attraverso il nostro avatar!

Costruiamo allora lo storyboard: come introduciamo l’argomento? Come si sviluppa la nostra mini storia? Decidiamo di affidare il lavoro ai gruppi che si formano spontaneamente: limitiamo la storia all’arrivo in classe di due personaggi, saranno accolti dal gruppo con gentilezza e sarà offerta loro la possibilità di scegliere il posto e il vicino di banco, realizzando due atteggiamenti di apertura che erano stati sottolineati nel dibattito, salutare ed invitare. La piccola storia si conclude con un breve testo messo insieme con le osservazioni che i bambini hanno fatto: per sentirsi ed essere uguali è indispensabile “accogliere” il nuovo e tenere sempre presente che si è uguali nei diritti e nei doveri ma diversi nella nostra personalità e nelle nostre storie, quella diversità che rende l’umanità varia ed interessante.

Anche per lavorare sul progetto di coding i compiti sono stati divisi ma hanno lavorato tutti su un unico computer e una LIM. È stata l’occasione per sperimentare molti elementi della piattaforma CS First:

- scegliere gli sfondi e gli sprites adatti (già a questa età i bambini sono molto esigenti per la scelta delle immagini digitali!), quindi trovarli in rete, importarli, scontornarli, inserirli nella giusta dimensione

- costruire il codice per ciascuno sprite usando i blocchi movimento, aspetto, controllo e situazione, coordinando le azioni degli sprites in e fuori scena (mostra/nascondi) e i messaggi che danno il via o fermano l’azione

- scegliere la musica adatta (anche questa importata).

Benché breve, il lavoro degli alunni è stato molto impegnativo, in quanto non ancora esperti sull’uso della piattaforma. Il mio sostegno, nel fare debug ad esempio, o nell’incoraggiarli a migliorare il progetto sono stati fondamentali; ma ho anche compreso che è necessario lasciarli “sbagliare” di più e far loro sperimentare maggiormente.

Mi auguro che presto il coding venga introdotto definitivamente nelle attività didattiche della scuola e perda questo carattere di occasionalità che tanto toglie ad un percorso organico ed incisivo.

 

A Maria Grazia abbiamo chiesto anche il ruolo della piattaforma CS first per l’insegnamento della lingua straniera. "La mia grande fortuna è che la lingua inglese è estremamente presente nelle attività di coding. Anche solo chiedere ai bambini di usare questa lingua in un gioco o nella programmazione di una storia mi offre la possibilità di avvantaggiarli nella comprensione dell’inglese. Ma il vero asso nella manica è nelle funzionalità del linguaggio Scratch: posso scrivere e far leggere con la sintesi vocale o tradurre (estensioni della versione 3.0). Questo vuol dire far partecipare e interagire anche alunni non italofoni e sostenerli nell’apprendimento dell’italiano come L2 e, contemporaneamente, supportare l’apprendimento dell’inglese dei bambini italiani. Anche i blocchi possono essere visionati in più di 40 lingue, abbattendo in un colpo solo tutte le barriere che potrebbero rallentare la partecipazione dell’intero gruppo classe alle attività. Per questi motivi una delle attività che ritengo più produttiva è lo storytelling: attraverso CS First e Scratch due o più alunni di lingua diversa possono comunicare immediatamente ed esprimersi liberamente.

La struttura di CS First è complementare all’uso di Scratch: mi fornisce la possibilità di formare una classe, senza violazioni della privacy - poiché gli alunni sono registrati con un nickname al gruppo che creo - di monitorare i loro progressi, di usufruire di uno scaffolding di attività già ben calibrate e tra le quali io posso comunque scegliere quelle più adatte al gruppo o anche al singolo alunno".

 

Quali sono i progetti per il futuro? In quali altri modi si può usare la piattaforma? Ecco la risposta della maestra: "Nel momento in cui potrò pianificare il lavoro di un intero anno scolastico userò con maggiore continuità la struttura che CSFirst mi offre e, soprattutto, potr concordare con i colleghi temi transdisciplinari da trattare con il gruppo classe e il contributo dei docenti delle altre discipline, in una strutturazione più organica e funzionale dell’uso dello “strumento coding”.

 

 

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