Alla RomeCup 2016 tre donne geniali della robotica sono state le protagoniste del talk al femminile moderato dalla giornalista Rai Celia Regina Guimaraes: Barbara Mazzolai, coordinatrice del Centro di Micro–Bio robotica dell’ITT, Cecilia Laschi, professore associate di Bio Robotica, alla Scuola Sant'Anna di Pisa e Barbara Caputo, professore associato nel Dipartimento di Ingegneria informatica della Sapienza Università di Roma.
"Per la prima volta a livello mondiale abbiamo realizzato un robot ispirato alle radici delle piante per l’esplorazione del suolo e per applicazioni spaziali".
Nel video Barbara Mazzolai racconta il suo lavoro
Il Plantoide
Il robot Plantoide, ispirato alle radici delle piante, è composto da un tronco, cinque radici che partono dal tronco con apici sensorizzati e una parte aerea, costituita da rami sui quali sono integrate foglie artificiali (basate su un materiale igromorfo che si muove in risposta all’umidità). Ogni apice robotico integra, insieme a sensori commerciali di gravità e temperatura, sensori sviluppati appositamente per il robot in grado di misurare livelli di pH e potassio, tatto e umidità, per rendere la radice robotica intelligente e capace di “percepire” l’ambiente che esplora. Tutte le radici robotiche sono capaci di piegarsi seguendo o allontanandosi da uno stimolo ambientale. Inoltre, due delle radici possono crescere e penetrare nel suolo tramite un processo di aggiunta di materiale a livello apicale. Le applicazioni del robot Plantoide includono il monitoraggio ambientale e l’esplorazione del suolo alla ricerca di sostanze nutritizie e di acqua, ma anche di potenziali inquinanti; altre potenziali applicazioni riguardano l’ambiente medico e chirurgico, come, ad esempio, lo sviluppo di endoscopi flessibili di nuova generazione, capaci di dirigersi, crescendo, all’interno dei delicati organi umani.