Tommaso, 17 anni, studente romano, è uno degli ambasciatori di Fattore J
Tommaso ha 17 anni, ama la musica, il calcio e lo judo. Frequenta l’istituto Piaget-Diaz di Roma. Gli piace fantasticare, ma sa essere anche molto concreto. Per la sua vita dopo la scuola ha tre possibili obiettivi, entrare nell’esercito, diventare educatore oppure psicologo. Quest’anno è uno degli ambassador di Fattore J, progetto promosso con Janssen.
Come mai hai scelto di diventare ambassador del progetto Fattore J?
“Ho partecipato alle formazioni di Fattore J, l’anno scorso, quando ero iscritto al terzo anno. Mi ha colpito molto l’impegno e l’attenzione con cui si è parlato di malattia e di prevenzione. Le persone che abbiamo conosciuto avevano molto a cuore che fossimo informati correttamente. Ho scelto di diventare ambassador perché ho pensato mi sarebbe piaciuto fare lo stesso con i miei coetanei, condividere con loro informazioni e opinioni in ambito scientifico. Credo poi che fare da ambassador sia anche una grande opportunità di crescita e confronto. Facciamo molto team working e questo mi aiuta a capire come lavorare con altre persone, non solo con me stesso. Adesso siamo impegnati nella stesura del Manifesto della Salute, un documento con cui vogliamo comunicare all’esterno tutti i motivi per cui la scienza è importante per l’umanità”.
La cosa che ti è piaciuta di più del percorso?
“In un periodo in cui tutti parlavano quasi sempre e solo di Covid-19, gli esperti di Fattore J hanno messo l’accento anche su altre malattie, ricordando l’importanza di prevenzione e cura in tutti i campi. Questa cosa mi ha colpito molto. Credo sia stato molto importante, proprio perché un approccio simile è mancato in questi due anni di pandemia”.
Cosa vuol dire per te avere fiducia nella scienza?
“Credo che oggi, nel 2022, soprattutto per la cosiddetta generazione Z, di cui faccio parte, avere fiducia nella scienza significa semplicemente credere a quello che vediamo ogni giorno con i nostri stessi occhi. La scienza ci circonda… non solo dal punto di vista medico-sanitario. Siamo nati nel progresso. Siamo e saremo il progresso. La nostra responsabilità, come nuove generazioni, è quella di cambiare le cose. Ci hanno consegnato un mondo al tracollo, e noi siamo la speranza di un futuro migliore. Per questo avere consapevolezza dei rischi per il nostro pianeta, per la nostra salute, per la nostra società è importante. Per cambiare le cose in meglio”.