La Fondazione Mondo Digitale, insieme alla Fondazione Alberto Sordi, l’Associazione Alberto Sordi e all’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha supportato il centro diurno per anziani fragili di Trigoria durante il lockdown con un progetto pilota: "Il centro a casa". Anziani tra i 75 e i 95 anni sono stati formati all’uso di Internet, tablet e smartphone.
Il progetto nasce proprio nei mesi del primo lockdown, a marzo del 2020, quando i centri diurni sono stati chiusi per le misure di contenimento della diffusione del virus attuate dal governo. In questo contesto, gli operatori del centro hanno trasformato gli abituali incontri in presenza tra gli utenti in sessioni online, con l’obiettivo di connettere gli anziani tra loro, costruire un ponte tra i vari ospiti del centro, aiutarli a considerare la tecnologia un’opportunità e non un limite e insegnargli concretamente come si usa uno smartphone o un tablet per comunicare in una video chiamata tramite Whatsapp, Skype o Zoom. Chi ha partecipato al progetto “Il Centro a casa” ha scoperto un modo nuovo di socializzare, seppure a distanza, conservando alcune buone abitudini indispensabili per mantenere il giusto livello di benessere fisico e psichico.
Nelle “stanze virtuali” animate da telefonini, tablet e pc gli anziani ospiti hanno proseguito i loro incontri e superato l’isolamento forzato. Grazie agli operatori di Fondazione Mondo Digitale sono nati momenti di condivisione delle esperienze nei quali far fluire emozioni e dove gli utenti, rimasti nelle proprie case, si sono ritrovati in collegamento con operatori e volontari per leggere i quotidiani, raccontare la propria giornata, condividere i propri ricordi, ma anche i pensieri e le preoccupazioni, costruendo insieme un nuovo ambiente di socialità grazie a internet e alle nuove tecnologie.
RISULTATI
Per prima cosa FMD ha dovuto formare gli operatori, veri esperti in relazioni umane, ma con meno competenze in tecnologia. Poi è stata verificata la disponibilità di device adeguati nelle case degli anziani. Agli anziani sprovvisti sono stati forniti portatili o tablet. Il passo successivo è stato offrire il dovuto supporto a tutti gli "utenti speciali" fino al collegamento e alla partecipazione all'incontro online, coinvolgendo, quando necessario, anche badanti, nipoti o altri familiari.
Insieme agli operatori sono state scelte le attività da "virtualizzare", come lettura di libri, quiz, carte, racconti, ritagli, scambio di ricette, rielaborando le attività educative, creative e di contrasto al decadimento cognitivo a cui gli anziani partecipavano in presenza.
Importanti le ricadute sulle competenze digitali dei diversi partecipanti: gli anziani fragili, partendo in molti casi da zero, hanno raggiunto un livello base di competenze. Agli operatori sono stati forniti strumenti per usare piattaforme collaborative online, migliorare le capacità di guidare gli altri, di risolvere problemi e anche di e-leadership, sconfinando anche nel quadro di competenze del DigCompEdu