A Roma sono in corso Gli Stati generali della natalità
Sono in corso a Roma Gli Stati generali della natalità (quinta edizione), presso l'Auditorium della Conciliazione. Abbiamo affidato il racconto della prima giornata a Caterina Scotto Di Uccio, al suo primo evento pubblico nello staff della Fondazione Mondo Digitale. L'organizzazione è stata coinvolta in sinergia con la Fondazione per la Natalità, Istat e Società di ginecologia e ostetricia (Sigo), attraverso il progetto Voglia di futuro, che ha accompagnato gli studenti in un percorso formativo per ideare campagne innovative.
"L'evento ha toccato temi sociali, economici e culturali legati al fenomeno della denatalità, andando oltre la mera analisi statistica", racconta Caterina, che è stata molto colpita dall'intervento di apertura del presidente Sergio Mattarella. "Ha sottolineato che l'equilibrio demografico di un Paese riflette il progetto di vita che lo connota e l'immagine della libertà dei suoi cittadini nel definirne il futuro".
Secondo Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità, parlare di natalità non è una questione ideologica, ma una questione di libertà, ponendo al centro la persona umana, il suo potenziale e il futuro della comunità. L'obiettivo non è convincere a fare figli, ma assicurare la possibilità di farli a chi li desidera. La natalità è stata definita, riprendendo le parole di Papa Francesco, l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo e la sua idea di futuro.
La domanda emersa durante gli interventi è stata: "cambiare paese o cambiare il paese?". La risposta costruita insieme a relatori e studenti è stata che, "per non cambiare paese un po' di paese deve cambiare," e ciò richiede di coltivare la speranza nei giovani e farli sentire ascoltati e sostenuti dalle istituzioni.
Il ruolo delle istituzioni e le difficoltà giovanili
Mattarella ha rimarcato che i temi della natalità sono espressione alta del dovere delle strutture pubbliche di mettere i cittadini nelle condizioni di esprimere la loro vocazione alla genitorialità nell'interesse del bene comune. Gli squilibri demografici, che vedono la società invecchiare e rigenerarsi solo parzialmente, producono mutamenti e crisi degli assetti pre-esistenti, toccando beni immateriali della comunità come il grado di civiltà e la coesione sociale. In particolare, le aree interne, soprattutto nel Sud e nelle Isole, subiscono maggiormente gli effetti del declino demografico.
Un punto cruciale messo in luce è la condizione dei giovani, i quali, in una società incentrata sulla velocità, rischiano di essere in costante ritardo a causa di condizioni sfavorevoli:
- ritardo nel trovare un'occupazione stabile
- ritardo nel rendersi autonomi dalla famiglia d'origine
- ritardo nell'avere accesso a un'abitazione
- ritardo nel mettere su famiglia e nell'avere figli.
Queste difficoltà includono la precarietà, i bassi redditi e le carenze dei servizi che ostacolano la conciliazione tra lavoro e vita familiare.
Il Presidente ha anche richiamato l'Art. 31 della Costituzione, che stabilisce che la Repubblica deve agevolare con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù.
Dati, testimonianze e speranza
- La voce dei giovani: Matteo Ferzioli, studente di psicologia clinica, ha testimoniato che fare un figlio è percepito come un rischio da calcolare a causa della mancanza di condizioni stabili. Egli ha sottolineato che fare figli non dovrebbe essere "una scelta eroica o un lusso," e che la società deve investire sui giovani per non costringerli a scegliere tra vita privata e carriera. La denatalità è un problema collettivo che riguarda la sostenibilità del sistema e la fiducia nel futuro.
- Dati Istat: il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, ha confermato che l'Italia vive un inverno demografico. Tra il 2014 e il 2024 sono state perse 1 milione e 400 mila persone, e il saldo migratorio non compensa la denatalità. Nonostante ciò, il 70% dei giovani desidera avere figli e il 50% ne vorrebbe più di due. È stato anche rilevato che il carico del lavoro domestico non è diviso equamente.
- Inclusione e welfare: tra gli interventi, Nico Acampora (fondatore di PizzaAut) ha parlato dell'inclusione dei ragazzi con disabilità, definendoli una risorsa sociale la cui assunzione ammortizza i costi sociali.
- Focus aziendale: un panel di aziende ha discusso di solidarietà, inclusione e politiche di welfare interne. Aziende come Fater ed Enel hanno evidenziato l'importanza di un sistema di welfare solido e stabile per incoraggiare le persone a restare e costruire la propria vita, con Enel che accompagna attivamente i dipendenti nel percorso della genitorialità.
- Sulla paura: la psicologa Daniela Lucangeli ha affrontato la paura del futuro espressa dagli studenti, spiegando che la paura consuma l'energia di apprendimento; gli adulti devono incoraggiare alla vita per trasformare la paura in una risorsa che indica i bisogni da soddisfare.
In conclusione, Mattarella ha espresso un messaggio di fiducia: "Non siamo condannati al declino". Il futuro è frutto delle scelte che si compiono oggi, e una società che accoglie la vita è una società più forte.
Il dibattito ha quindi ribadito che la generatività ha un valore umano e sociale, ed è compito della società nel suo insieme creare un ambiente che assicuri la piena libertà di avere dei figli. Gli squilibri demografici incidono sulla coesione intergenerazionale, sono come un termometro che misura la febbre sociale: non basta curare i sintomi (i numeri negativi), ma bisogna agire sulle cause profonde (mancanza di condizioni, precarietà e carenza di speranza) per ristabilire un equilibrio vitale che permetta al Paese di guardare al domani.