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Il "delivery delle pratiche"

Mese della facilitazione digitale: le storie del IV Municipio

Il "delivery delle pratiche"

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Mese della facilitazione digitale: le storie del IV Municipio

Nel Mese della facilitazione digitale stiamo attraversando Roma per raccontare cosa accade davvero nei municipi, dietro gli sportelli e nelle stanze dove ogni giorno si gioca la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Grazie al lavoro dei facilitatori digitali, insieme al personale comunale, abbiamo incontrato persone, storie e difficoltà quotidiane che la tecnologia può rendere più semplici, quando qualcuno ti aiuta a orientarti. Oggi arriviamo nel cuore del Municipio IV, una realtà “di frontiera” che accoglie comunità diverse, fragilità e percorsi di vita intensi. È qui che nasce l’ultima storia del nostro viaggio.

Siamo alle spalle del carcere di Rebibbia. Gli uffici, in via Rivisondoli, sono in un contesto piuttosto residenziale e tranquillo, di fronte all'istituto comprensivo Giovanni Palombini, immersa nel verde. L’utenza è molto varia perché il quartiere si è arricchito di una comunità bangladina molto vivace, non manca una popolazione nomade proveniente da un insediamento vicino. Le diverse situazioni da gestire sono legate alla provenienza multi etnica degli abitanti, ma anche quando si parla la stessa lingua, spesso ad essere diversa è la cultura di appartenenza. “Alcuni cittadini non sono abituati a capire che per ottenere un documento non basta fare la fila allo sportello, ma occorre prenotare un appuntamento”, ci ha spiegato un’impiegata, “si agitano, alzano la voce. A quel punto occorre parlare con grande fermezza e tranquillità, senza timore di spiegare bene la procedura”.

Si tratta di un municipio “di frontiera”: gli impiegati, grazie a permessi speciali, consegnano i documenti alle persone detenute nella vicina Rebibbia, o incontrano il Garante dei detenuti. Inoltre, per gli ultra 85enni e per le persone con disabilità permanente o temporanea c’è un servizio unico: “l’atto a domicilio”. Gli impiegati, dopo aver ricevuto i caregiver o gli amici dei cittadini con fragilità, si recano nelle abitazioni per la consegna del documento.

I nostri facilitatori ci hanno raccontato alcune storie. Un docente in pensione, ultraottantenne, ha dovuto attivare la CIE per conto del figlio con disabilità. Si è recato presso il nostro presidio di facilitazione e, per completare la procedura, doveva telefonare al caregiver del figlio, a casa. Per semplificargli la vita, il facilitatore e uno degli impiegati allo sportello sono riusciti a collegare il suo numero di cellulare alla carta d’identità elettronica del figlio. Tra ricordi della professione e momenti di commozione per le difficoltà familiari, il docente alla fine è riuscito a risolvere un problema non da poco, accedendo così alle agevolazioni dell’INPS, con un aiuto completamente dedicato. 

Clarissa ha una storia tutta speciale: non più giovanissima, ha incontrato da poco l’amore della sua vita e convolerà a nozze a Natale. Sfortunatamente, le sono stati rubati i documenti. Ma con l’aiuto dei nostri facilitatori, probabilmente otterrà i documenti in tempo utile per il lancio del bouquet!

 

Il racconto è di Onelia Onorati, ufficio stampa della Fondazione Mondo Digitale.

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