"Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social media solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra una presenza massiccia di preadolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole: il 40,7% degli 11-13enni in Italia usa i social media, con una prevalenza femminile (47,1%) rispetto a quella maschile (34,5%) [Elaborazione Istat per Save the children]. I minori utilizzano le nuove tecnologie, in particolare le app di messaggistica e i social network, in modo sempre più precoce, frequente e intenso".
“Gli adulti, genitori e insegnanti in particolare, non sembrano aver adeguato a pieno la loro conoscenza della rete e dei suoi servizi tanto da costituirsi come punto di riferimento stabile per i ragazzi; anche i più entusiasti del mezzo finiscono per usare servizi che i ragazzi non amano, accumulando un divario intergenerazionale che costituisce una criticità ancora lungi dall’essere completamente risolta” [Rapporto della Polizia postale].
Non solo cyberbullismo e adescamenti sessuali. Il recente rapporto della Polizia postale e delle comunicazioni, diffuso in occasione del Safer Internet Day 2024, amplia la mappa del rischio in rete per i minori segnalando nuovi fenomeni, come le social challenge o insidiose applicazioni dell’intelligenza artificiale. Altro segnale di attenzione è l’età più bassa delle vittime. Per genitori, educatori e docenti è sempre più importante una formazione continua, per imparare a leggere in tempo i segnali di allarme e anche per evitare di adottare con superficialità comportamenti rischiosi, come l’uso di smart speaker per raccontare le favole della buonanotte ai figli. Il documento della Polizia postale è da leggere interamente, perché nella parte finale descrive un altro fenomeno particolarmente preoccupante, i minori autori di reali online, e come “sia sempre significativo il numero dei ragazzi, anche giovanissimi, che scaricano e diffondono immagini pedopornografiche”.