Non basta una Giornata mondiale degli oceani... Per sensibilizzare l'umanità, il periodo 2021-2030 è stato proclamato dell'Onu Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile, per rafforzare la cooperazione tra scienziati e sostenere i paesi nel raggiungimento dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030: conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
All'indomani dell'appuntamento annuale dell'8 giugno, quest'anno dedicato a Innovazione per un oceano sostenibile, cerchiamo di capire qual è stato l'impatto del lockdown sulla ricerca ambientale nei fondali sottomarini. L'emergenza sanitaria ha fermato anche i robot?
Il protagonista del nuovo appuntamento con "Storie da RomeCup" è l’ingegnere David Scaradozzi del Dipartimento di Ingegneria Informatica, gestionale e dell'Automazione (DIIGA) dell’Università Politecnica delle Marche.
Anche se parliamo di ambiente marino e di come le tecnologie possono aiutarci a salvaguardarlo, dobbiamo considerare i robot inseriti in un contesto e porci sempre interrogativi etici: quindi robot nell'interazione con gli esseri umani e nell'interazione con l'ambiente. È questa la sfida principale di MareBOT per David Scaradozzi. Il contest, ideato con Interuniversity Center of Integrated Systems for the Marine Environment (ISME), Talent e Fondazione Mondo Digitale in occasione di RomeCup, riprenderà il prossimo anno, con un numero maggiore di team in sfida, che già quest'anno avevano cominciato a collaborare con l'ateneo.
Intanto, durante il lockdown, i ricercatori si sono concentrati soprattutto sulle simulazioni per ottimizzare l'efficienza delle operazioni per la tutela dell'ambiente marino.