Prosegue ad Atene il training transnazionale per il progetto europeo Welcome, attuato nell’ambito del programma Asilo, migrazione e integrazione (AMIF).
Oggi, mercoledì 7 marzo, Anna Uttaro, docente del Cpia 7 di Roma, e Matteo Viscogliosi, coach della Palestra dell'Innovazione, sono impegnati nell'animazione del workshop "Digital storytelling: digital tools to build cultural bridges" della durata di due ore.
Anna e Matteo mostreranno ai formatori degli altri paesi partner come usare gli strumenti digitali per facilitare lo storytelling dai migranti.
Nella maggior parte dei casi, infatti, le persone che scappano dai loro paesi attraversano molte difficoltà e il loro percorso non è mai lineare. Quando arrivano in Europa devono stabilirsi e iniziare una nuova vita ma, soprattutto, hanno bisogno di raccontare le loro storie. Come fare questa narrazione?
"Spesso viene loro chiesto di raccontare la propria storia non in modo emotivo, solo per raccogliere dati e registrare la propria presenza nei nostri paesi e trovare un modo per stabilirsi. Usando gli strumenti digitali per costruire una storia, possiamo coinvolgere gli aspetti emotivi e pratici dei migranti per costruire e riflettere insieme sulle loro storie migratorie", spiega Anna, che insegna tecnologia e competenze digitali in un Centro provinciale di istruzione per adulti . "Poiché la tecnologia digitale è una lingua, è possibile usarla come lingua ponte tra culture, esperienze, lingue native, diversi livelli di istruzione".
"I migranti devono anche costruire una nuova storia sul loro futuro in un nuovo paese: la narrazione digitale può essere uno strumento potente anche in questo caso", aggiunge Matteo, designer, maker e coordinatore del laboratorio di fabbricazione digitale della Fondazione Mondo Digitale.
Durante il workshop Anna e Matteo presentano gli strumenti digitali per realizzare un libro laser e una storia in stop motion. Si lavora con il software online Tinkercad per progettare il libro e l'app Picpac per Android per realizzare una storia usando la tecnica stop motion.
Il workshop è in modalità Byod: ai partecipanti viene chiesto di portare i propri dispositivi personali (laptop per progettare e/o smartphone/tablet per usare Picapac.