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Serve un nuovo umanesimo

Serve un nuovo umanesimo

Serve un nuovo umanesimo

“Oggi in strada ci sono i millennials e la generazione Z (i nati dopo il 2000, ndr): in Cile, come da tradizione, gli studenti rappresentano la coscienza sociale del Paese, e sono molto agguerriti. Un aspetto che mi stupisce è che nessun partito sta guidando la ribellione: è davvero la protesta del popolo. E non mi pare nemmeno che ci sia un partito pronto a prendere le redini per uscire da questa situazione: il più affine mi sembra il Frente Amplio, quello degli studenti che tra 2006 e 2011 scesero in piazza contro la presidente Bachelet contro l’estrema privatizzazione del sistema scolastico e che poi furono eletti in parlamento. Ma sono perplesso: la gente non ne vuole più sapere di politici. Cosa succederà? L’esercito è in strada, si teme un altro golpe. Forse la rinuncia di Piñera potrebbe essere una risposta. A quel punto, però, dovrà essere individuata una specie di costituente per cominciare a ricostruire”. Redistribuzione della ricchezza verso il popolo, rinuncia da parte della classe dirigente di alcuni privilegi, volontà di dar vita a un nuovo umanesimo fondato sul desiderio di conoscenza e inclusione: è questa la ricetta di Molina per il Cile del futuro.

 

Sulla crisi cilena la giornalista Ambra Notari ha intervistato per il Redattore sociale il direttore scientifico Alfonso Molina, "nato e cresciuto in Cile fino a quando, nel 1973, il colpo di Stato di Pinochet lo costrinse alla fuga". Sotto il link per leggere l'intervista integrale.

 

Cile, “la crisi del mercato globalizzato è scaricata sulla povera gente"

di Ambra Notari

Redattore sociale, 26 ottobre 2019

 

 

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