Vivi Internet, al meglio, speed date educativo per affrontare il cyberbullismo
Dal 21 al 27 ottobre Milano è diventata “teatro” del Forum Infanzia: una settimana di convegni, eventi, laboratori, workshop, attività didattiche e incontri dedicati a bambini, bambine, famiglie e mondo dell'educazione e della scuola [vedi programma].
Tra le numerose attività in calendario, la FMD ha proposto una declinazione educativa di un originale format, lo speed date, rielaborato per favorire la risoluzione rapida di casi di bullismo e cyberbullismo, all’interno del programma Vivi Internet, al meglio. L’incontro, pensato per genitori, educatori, docenti e cittadini, si è svolto venerdì scorso, 25 ottobre, presso gli spazi dell’Unità di Contrasto alla dispersione scolastica (Codis) di Milano. “L’evento ha creato un autentico spazio di confronto tra gli adulti che condividono il delicato compito di educare i giovani a un uso responsabile del digitale”, spiega Elisabetta Gramatica, project officer e referente territoriale per la Fondazione Mondo Digitale. “Generare consapevolezza e incoraggiare il confronto aiuta non solo a contrastare fenomeni come il cyberbullismo, ma a costruire una comunità digitale più coesa e rispettosa delle esperienze di tutti”.
“Il mare della navigazione sul web può nascondere insidie legali, psicologiche e sociali, su cui i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi con esperti come il vicequestore della Polizia Postale di Milano Marco Domizi, la counselor relazionale Laura Silvi e la psicologa Tullia Romanelli, formatrice della FMD”, racconta la project officer Sofia Barbè Cornalba. “I partecipanti, divisi in piccoli gruppi, hanno avuto l’opportunità di esprimere dubbi, comprendere modalità e riflettere sulle dinamiche di sicurezza digitale, bullismo, cyberbullismo e genitorialità consapevole insieme agli esperti in sessioni da 15 minuti ciascuna”, prosegue Sofia. Come punto di partenza, sono stati presentati i casi di Flavia e Massimo, due storie difficili con esiti simili ma dinamiche molto diverse.
Flavia, 18 anni, ha subito bullismo psicologico e fisico fin dalle elementari e tra le medie e l’inizio del liceo è stata vittima di cyberbullismo. Nonostante le esperienze traumatiche ripetute nel tempo, Flavia ha trovato il coraggio di parlarne con i familiari e i docenti, che sono intervenuti prontamente. “Ringrazio i miei genitori e tutti quelli che mi hanno teso una mano per risollevarmi sempre”, ha scritto Flavia. Grazie al supporto ricevuto, la situazione si è risolta all’interno della scuola e della famiglia, senza la necessità di coinvolgere le autorità.
Massimo ha subito violenze durante il primo anno di superiori, ma non ha trovato subito il coraggio di esprimere il proprio disagio, rafforzando così la sicurezza dei bulli. Quando finalmente ha denunciato gli attacchi a una docente e al preside, la scuola non ha preso provvedimenti, e gli episodi di bullismo sono peggiorati. Solo confidandosi con la famiglia e denunciando alla Polizia Postale è riuscito a mettere fine alle violenze. “Non aspettate troppo come ho fatto io,” raccomanda Massimo, “raccontate subito a una persona di fiducia: c’è sempre qualcuno più forte dei bulli, come la polizia, la legge, lo Stato”.
L’esperienza è stata molto apprezzata dai partecipanti. “Vorrei che questi eventi diventassero virali”, ha commentato un educatore, “perché sono un’opportunità per insegnare agli adulti e far comprendere ai giovani i rischi e le opportunità della navigazione online”.