Il rapporto dell’Osservatorio antiplagio mette in guardia sull’uso irrazionale
Nel suo contributo per il capitolo “Trasformazione digitale” dell’Annual Report di FPA dello scorso anno, la direttrice generale Mirta Michilli ci ricordava che con la pandemia “ci siamo scoperti anche più irrazionali, creduloni, paranoici, complottisti, tecno-fobici, come ci ha raccontato anche il Censis nel rapporto pubblicato dopo l’emergenza sanitaria. Secondo una recente indagine Swg, un terzo degli italiani è superstizioso, il 24% non esclude l’esistenza della magia nera". Ora che è passata la pandemia siamo tornati razionali?
In realtà la “società irrazionale” non è frutto dell’emergenza sanitaria, ma del basso livello culturale degli italiani. Già dieci anni fa in Italia erano attivi circa 160 mila maghi che erogavano 30mila prestazioni giornaliere. Quindi nulla di nuovo. Se 4 persone su 10 quando non riescono a risolvere un problema si rivolgono alla fattucchiera e 8 su 10 non comprendono un articolo di giornale, come pretendiamo che possa attecchire una sana cultura digitale? Continuiamo a confondere il digital lifestyle, lo stile di vita digitale, con la padronanza delle competenze minime per lavorare e partecipare in una società che si è già data nuove regole nell’organizzazione dei servizi e nella comunicazione con i cittadini. Non possiamo pensare di migliorare le competenze digitali degli italiani senza occuparci di accrescere anche il livello culturale. Tullio De Mauro sosteneva che l’acquisizione di competenze legate alle tecnologie informatiche e della comunicazione funziona solo se l’individuo possiede buone competenze di base, ovvero un buon livello di alfabetizzazione funzionale, cioè la capacità di attivare le conoscenze per svolgere attività della vita quotidiana, come saper leggere il bugiardino di un medicinale, la bolletta o l’etichetta di un prodotto alimentare.
Di recente è stato pubblicato un nuovo rapporto dall’Osservatorio antiplagio. I numeri sono impressionanti e rischiano di essere ampliati dai social: il giro di affari di maghi, cartomanti e guaritori arriva a 6 miliardi di euro. “L'evasione delle imposte, superata ovviamente - per paradosso - solo dalla criminalità organizzata, è la più alta in assoluto (rispetto a qualsiasi altra attività): 98%. Ma sempre di crimini si tratta”, si legge nel rapporto. In Italia ci sono 12 milioni di persone, pari al 20 per cento della popolazione, in cerca di supporto o conforto. Ognuna spende, in media, 500 euro l’anno.
Forse non è ancora il caso di abbassare la guardia. Tutte le volte che parliamo di competenze digitali e cittadinanza digitale non dobbiamo dimenticarci che dobbiamo fare in modo di incrementare anche la cultura digitale, per innalzare il più possibile il livello di conoscenze dei nostri destinatari.
Il rapporto contiene anche un altro dato preoccupante sull’intelligenza artificiale, che potrebbe contribuire “ad aumentare a dismisura i condizionamenti psicologici e le mistificazioni. A Osservatorio Antiplagio è stata segnalata la presenza su internet di maghi inesistenti: occultisti virtuali, apparenti, ovviamente irrintracciabili, che però chiedono e incassano soldi reali. Poi spariscono di scena - unica forma di magia tangibile - per riproporsi sotto nuove sembianze”.