"Soprattutto di recente, durante la pandemia, le informazioni digitali hanno sostituito le persone fisiche, rappresentandone vari aspetti: da quelli economici a quelli sanitari. Il “Content”, il contenuto delle informazioni è stato a lungo definito il “King” e cioè sovrano (seguendo lo slogan di Bill Gates). Probabilmente è ancora cosi. Ma oggi c'è chi crede in un'altra teoria: “Data is King”. I dati sono i sovrani. Ma perché non “Data is Queen’, i dati sono le regine? Perché da un report di Boston Consulting Group, multinazionale Usa di consulenza strategica, arriva un’immagine alquanto chiara: qualcosa tiene lontano le donne dalla data science".
L'ultimo numero del supplemento D del quotidiano La Repubblica dedica un articolo alla questione di genere nell'analisi dei dati. Nell'articolo, firmato da Caterina Zita con il titolo "Chi dice donna non dice data", si analizzano le ragioni della disparità di genere.
"Perché Machine Learning e il Deep Learning - che funzionano proprio attraverso l’organizzazione e uso dei dati - diventino risorsa preziosa è necessario siano prima di tutto studiati da una pluralità di cervelli. Ma quali fattori alimentano l’esclusione delle donne dalla scienza dei dati? [...] Una conoscenza inesatta della materia, un giudizio basato su falsi miti e un problema d'immagine. E poi, un’idea di professione molto teorica e poco pratica. Troppo competitiva. Scarsamente pubblicizzata nelle università" [vedi Ma i Big data non piacciono alle ragazze?].
Ma qualcosa sta cambiando... Proprio le scorse settimane abbiamo raccontato alcune storie al femminile per il progetto CO.ME. - COde&FraME.
In Eni, ad esempio, già oggi "Data is Queen"...
Le storie delle role model Eni
- L'eleganza del calcolo con Benedetta Di Bari
- La scienziata dei dati con Annagiulia Tiozzo
- La matematica fa per me con Roberta Cristofaro