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La scuola sta cambiando

Roberto Raspa

La scuola sta cambiando

La scuola sta cambiando

CS First per l'innovazione didattica: l'esperienza di Roberto Raspa

Roberto Raspa è un ingegnere appassionato di tecnologia, da anni impegnato nella didattica laboratoriale. Esperto esterno per numerosi Istituti scolastici in progetti didattici nella sfera digitale e coding, è anche e soprattutto, docente di scuola secondaria di secondo grado. “Per Indire ho svolto il ruolo di esperto di robotica tra le 20 best practices nazionali per la produzione di supporti multimediali in tema di robotica educativa",  racconta. "Con IdeAttivaMente, startup umbra che si occupa di innovazione didattica digitale, ho preso parte a eventi nazionali sul tema scuola e digitale. Sono formatore per docenti di ogni ordine di scuola collaborando attivamente con realtà locali e nazionali. Oltre a scrivere numerosi progetti ho avuto il piacere di pubblicare "Domatori di Coding", un testo concreto che aiuta i docenti ad entrare nel fantastico mondo della robotica educativa”. Onelia Onorati lo ha intervistato come formatore del progetto CS First.

Qual è stato il tuo primo impatto con la piattaforma CS First?
Ho conosciuto per la prima volta la piattaforma CS First nel lontano 2019, quasi per caso, intento a cercare il modo di guidare i miei alunni attraverso esercizi di logica che potessero usare anche rudimenti di coding. Lo ho scelto perché da subito ho compreso il potenziale che poteva esprimere ovvero guidare gli alunni più deboli passo passo attraverso progetti concreti, ma anche permettere a coloro che potevano osare di più di essere liberi nella creazione del proprio progetto personalizzato. Inoltre, il pannello di controllo permette di monitorare l’andamento dei propri alunni sia in laboratorio che da remoto. 

Sono passati cinque anni, quali sono i punti di forza della piattaforma che hai potuto riscontrare nelle tue formazioni e nel tuo utilizzo?
Ancora oggi penso che la piattaforma sia davvero stata un’intuizione fantastica che ha permesso di unire Scratch, una metodologia unica nel suo genere, con un portale in grado di garantire al meglio la gestione della classe e il processo didattico in generale. Questi aspetti ne fanno un progetto ad alto valore aggiunto che semplifica la parte organizzativa dell’attività permettendo sia a docenti che studenti di concentrarsi sulla realizzazione dei progetti, utilizzando il coding come risorsa. Permettere al docente di entrare nei singoli progetti, vederli e modificarli, proiettarli alla classe, commentarli e quanto altro è davvero un modo utile di snellire il processo lasciando alta l’attenzione sugli aspetti didattici.

Qual è il suo apporto all’insegnamento e quali attitudini sollecita negli studenti?
“Il progetto CS First e l’architettura utilizzata sono davvero altamente inclusivi in quanto permettono lo svolgimento di attività logiche, creative e stimolanti sia a livello individuale che a piccoli gruppi. L’estrema flessibilità della piattaforma e dei suoi contenuti permettono di adattarsi a tutte le discipline garantendo in tal senso anche lo svolgimento di progetti cross-curriculari e interdisciplinari. Tutto ciò mentre viene garantito che bambini e bambine possano utilizzare strumenti digitali in una maniera attiva e proattiva, per costruire progetti, risolvendo piccoli problemi e sforzandosi di cercare le soluzioni migliori al problema incontrato. Un processo, pertanto, che permette di rafforzare anche competenze in chiave di cittadinanza digitale e che vede l’utilizzo di tablet e ancor meglio personal computer non solo come strumenti attraverso i quali fruire passivamente di contenuti ma strumenti utili al processo didattico”. 

Che cosa ti ha colpito in questi anni in cui sei stato formatore per CS First?
Nelle formazioni svolte in questi anni la cosa che ritengo rilevante è vedere come, sempre più spesso, a questo tipo di formazione prendono parte docenti di ogni disciplina. Non era così all’inizio. Questo vuol dire che la scuola si sta davvero rinnovando, i docenti sono in cerca di nuovi stimoli e con tutte le difficoltà del caso, sia organizzative che burocratiche, si stanno mettendo in gioco. Un approccio stimolante che cerco sempre di sostenere creando percorsi formativi con applicazioni più ampie possibili in modo da far sentire tutti partecipi. Mi auguro davvero che la logica del lavoro per progetti assieme a nomi altisonanti di metodologie come Project Based Learning e affini, tanto presenti nei manuali e nei testi delle buone pratiche, diventino un modo di lavorare concreto nelle scuole e non soltanto a livello teorico. Questo presuppone un approccio nuovo a tutto tondo, nuovi strumenti implicano anche nuovi modi di lavorare, nuovi modi di rapportarsi con i colleghi, nuovi modi di progettare le attività didattiche, nuovi modi di “fare” scuola…. difficile aspettarsi risultati diversi senza cambiare nulla (tanto per citare Einstein). 
Quindi lasciamoci andare, rischiamo qualcosa, sfidiamo i problemi, non ci blocchiamo ancor prima di partire pensando che sia difficile… alla fine qualche soluzione arriva sempre. Buona sperimentazione a tutti!” 

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