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La potenza delle nuove tecnologie per la didattica

Ital.IA Lab al Galileo Galilei di Potenza

La potenza delle nuove tecnologie per la didattica

La potenza delle nuove tecnologie per la didattica

Come portare l’IA a scuola in modo responsabile con Ital.IA Lab

Il liceo scientifico Galileo Galilei di Potenza è uno degli hub formativi di Ital.IA Lab, il progetto promosso con Microsoft Italia per lo sviluppo di programmi di formazione sincroni e asincroni dedicati a giovani, persone in cerca di lavoro e lavoratori, con particolare attenzione alle donne e alle aree periferiche svantaggiate. Scopriamo insieme, attraverso diversi punti di vista l'impatto del programma formativo nella didattica e nella vita della comunità educante.

DOCENTE

Carmelina Frammartino, docente e guida del viaggio digitale, condivide le sue riflessioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) nella formazione delle giovani menti.

Come ha risposto l’hub del liceo all’opportunità di partecipare al progetto Ital.IA Lab? 
L’hub del nostro liceo ha accolto con entusiasmo il progetto Ital.IA Lab. Una formazione che non solo ha arricchito gli studenti ma ha anche coinvolto tutti i docenti che quest’anno hanno il ruolo di tutor per l’orientamento.

Qual è stata la reazione dei docenti alla formazione nell’IA generativa? 
L’opportunità di formarci nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa è stata accolta con spirito positivo. Sebbene già utilizziamo alcuni strumenti di IA, siamo consapevoli dell’importanza di continuare a sperimentare per scoprire tutte le potenzialità di questa rivoluzionaria tecnologia.

In che modo l’introduzione degli strumenti di IA generativa ha influenzato l’interesse degli studenti?
Il linguaggio digitale sta diventando il vernacolo dei giovani. Introdurre strumenti di IA generativa nella didattica ha suscitato un vivo interesse tra gli studenti, avvicinandoli a una realtà sempre più connessa e digitale.

Come si inserisce l’IA nel contesto multidisciplinare della scuola? 
La scuola è un fertile terreno per le opportunità offerte dall’IA, che si presta magnificamente a un approccio didattico multidisciplinare. Un esempio lampante è stato la creazione di un video in cui personaggi famosi (storici e non) interagiscono in un dibattito, stimolando gli studenti nell’apprendimento della filosofia, della storia e aiutandoli a riflettere su temi di attualità politica. Abbiamo anche creato una versione a fumetti della Divina Commedia, per adesso sono pronti i primi due canti!

Ci sono stati cambiamenti nelle preferenze degli strumenti di IA utilizzati dagli studenti? 
Prima del progetto, i ragazzi gravitavano principalmente attorno a ChatGPT. Ora, hanno scoperto che Copilot offre una gamma più ampia di strumenti e si è dimostrato generalmente più affidabile.

FORMATORE

È Pasquale Macchia, formatore e appassionato di cybersecurity, ad aver guidato i docenti e gli studenti del liceo Galileo alla scoperta dei segreti dell’IA generativa.

Pasquale, ci racconti della tua esperienza nel campo della Cybersecurity e dell’Informatica? 
Sto studiando Informatica all’Università di Potenza e, nonostante sia solo al secondo anno, sto già pianificando un trasferimento di carriera a Roma per ampliare le mie opportunità formative e professionali. Nella mia città, purtroppo, vedo pochi sbocchi nel campo della Cybersecurity. Tuttavia, insieme alla mia associazione, ho avuto l’onore di fondare il primo fab lab di Potenza.

Hai avuto l’opportunità di sperimentare l’uso di strumenti di IA generativa con i ragazzi. Qual è stata la loro reazione? 
I ragazzi sono molto incuriositi dalle potenzialità di questa nuova tecnologia. Anche i professori dimostrano interesse, ma mentre i ragazzi intuiscono le possibilità degli strumenti di IA, ai docenti spesso manca l’intuizione, dobbiamo rendere questo argomento appetibile per loro.

Quali temi avete affrontato durante le vostre riflessioni? 
Abbiamo riflettuto molto su temi cruciali come la protezione dei dati e l’etica di utilizzo. Molti ragazzi sono preoccupati che l’IA possa effettivamente sottrarre posti di lavoro alle nuove generazioni.

Pensi che sia uno scenario possibile?
L’IA ci pone di fronte a sfide importanti, non solo come studenti o lavoratori, ma anche come esseri umani. Stiamo sintetizzando parte delle nostre capacità in modo digitale. Quindi credo che il lavoro del futuro dovrà far leva su abilità che non possono essere sintetizzate come l’intelligenza emotiva, la capacità di connettersi con le persone e coinvolgere gli altri nel proprio percorso. Queste sono abilità fondamentali che le macchine non possono replicare. È chiaro poi che alcuni lavori saranno sostituiti, ma per adesso qualsiasi ragionamento di questo tipo secondo me è prematuro. Diciamo che fino a quando non sarà sviluppata l’Intelligenza Artificiale Generale siamo a posto, forse…

L’IA può essere integrata nella didattica? 
L’unico modo per integrare l’IA in modo coscienzioso nella didattica è considerarla come un altro studente. E capire quindi cosa ci differenzia. La scuola dovrebbe educare persone che si discostino il più possibile dalla macchina. Per farlo, i docenti devono avere una cultura ampia sull’argomento, sia dal punto di vista tecnico che etico-filosofico. Altrimenti, rischiamo di essere sopraffatti dall’IA anche come figure educanti.

STUDENTE

Ultima, ma non meno importante, anche la testimonianza di uno studente, Alessandro Zuddas
Alessandro ha partecipato attivamente a tutte le formazioni. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere anche l’opinione di chi è dall’altro lato della cattedra. Da tempo appassionato di informatica e scienze, Alessandro ha trovato nel corso l’opportunità di esplorare a fondo l’intelligenza artificiale generativa, un argomento di cui aveva spesso sentito parlare senza mai avere l’occasione di approfondire. “Il corso mi ha aiutato ad approfondire e capire le potenzialità di questa nuova tecnologia. Ho capito come ci aiuta e potrà aiutarci. Mi ha sorpreso molto scoprire la moltitudine di cose che può fare. Penso ad esempio a come potrebbe essere impiegata nella guida autonoma, aiutandoci a incrementare i livelli di sicurezza stradale. È una tecnologia rivoluzionaria”.
Nonostante l’entusiasmo, Alessandro esprime alcune preoccupazioni: “la cosa che mi spaventa di più dell’IA è l’uso errato che ne si potrebbe fare. Temo che l’IA possa superare le nostre capacità, renderci schiavi e incapaci di pensare”. 
Tuttavia, rimane ottimista sul potenziale dell’IA: “la cosa più bella che invece secondo me potrebbe accadere è che l’IA sia un trampolino di lancio per aiutarci a rivoluzionare il mondo, in positivo”. 

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