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La potenza dell'apprendimento, da Pozzuoli a Roma

Il Majorana di Pozzuoli con Vincenzo Esposito

La potenza dell'apprendimento, da Pozzuoli a Roma

La potenza dell'apprendimento, da Pozzuoli a Roma

Il docente Paolo Borrelli racconta l'avventura della sua scuola a RomeCup 2024

Con la complicità di Valentina Gelsomini, responsabile infrastruttura tecnica e risorse educative per la Fondazione Mondo Digitale, ci arriva una "storia di scuola", davvero emozionante. Decidiamo di pubblicarla integralmente per condividerla con tutti, ringraziando i diversi protagonisti. La storia è ambientata nella cornice della RomeCup 2024.
Buona lettura!

 

Ho scritto questo racconto.... e forse mi sono lasciato prendere la mano. Qualche ritocco AI ;-)
 
Sono Paolo Borrelli, insegnante presso il liceo Ettore Majorana di Pozzuoli (Napoli), e voglio raccontarvi una storia che ha segnato la mia esperienza professionale e personale, nonché quella dei miei studenti. Questa avventura inizia con il nostro ingresso nel progetto Ital.Ia Lab, iniziativa nata dalla collaborazione tra Fondazione Mondo Digitale e Microsoft, che ha portato un soffio di innovazione e di futuro nelle aule del nostro liceo.  
La decisione di partecipare a questo progetto non è stata casuale; è stata anche il frutto di un cammino personale già intrapreso con FMD, con impegno e passione per portare l'innovazione tecnologica a beneficio dell'educazione. L'obiettivo di Ital-IA Lab è ambizioso e stimolante: introdurre e approfondire i concetti dell'intelligenza artificiale tra i banchi di scuola, fornendo agli studenti le basi per comprendere e interagire con le tecnologie che stanno modellando il nostro presente e il nostro futuro.
Nel mio ruolo di tutor formativo, ho avuto il privilegio di guidare oltre 110 studenti in questa esplorazione dell'IA, con sei ore di lezioni teoriche per classe, un approfondimento sulla piattaforma di formazione di FDM e un'intensa attività laboratoriale che ha visto gli studenti impegnati in maniera attiva e appassionata. Il loro entusiasmo è stato contagioso e insieme abbiamo scoperto non solo i principi dell'IA ma anche il potenziale creativo che può sbloccare quando usata con consapevolezza e critica.
Ma il progetto non si è limitato a coinvolgere gli studenti; ho avuto l'occasione di estendere la formazione sull'IA anche ai miei colleghi docenti e alla nostra dirigente scolastica, la prof.ssa Elena Manto. Il successo di questo corso introduttivo ha sorpreso piacevolmente tutti noi, segnando l'inizio di un percorso di scoperta condivisa che ha visto la nostra scuola abbracciare con ancora maggiore convinzione le sfide e le opportunità offerte dall'innovazione digitale.
Libertà di espressione e creatività sono state le parole d'ordine del laboratorio che ho condotto con i ragazzi, dove li ho incoraggiati a esplorare l'uso dei prompt delle intelligenze artificiali generative per creare contenuti originali sia testuali che grafici. Il risultato è stato oltre ogni aspettativa: libri, racconti, articoli, e fiabe sono solo alcuni esempi dei lavori realizzati, testimoni di una creatività e di una capacità di apprendimento che hanno superato di gran lunga i confini tradizionali dell'istruzione.
Due progetti, in particolare, hanno catturato la mia attenzione: un'esplorazione innovativa del test di Turing realizzata da Marika Chiaro, Denise Villino e Ilaria Trosa, e un affascinante coloring book ideato da Sara Cotena e Manuela Del Giudice. 

Il progetto sul test di Turing è da menzionare per la sua audacia e originalità: non si è limitato a replicare il celebre esperimento ideato da Alan Turing, bensì lo ha reinterpretato sotto una nuova luce, con l'obiettivo di esplorare le capacità dell'intelligenza artificiale in un contesto inedito e stimolante. Il fulcro è un dialogo creativo tra umano e macchina, volto a indagare la capacità dell'IA di andare oltre i preconcetti di genere. Le studentesse hanno iniziato chiedendo all'IA di formulare dieci domande neutre, che non facessero riferimento né presupponessero il genere dell'intervistato, eliminando così ogni bias nella loro formulazione. 
Successivamente, hanno messo in atto un sistema di interviste coinvolgendo 40 docenti della nostra scuola. A questi ultimi è stato chiesto di rispondere alle domande dell'IA in modo tale che le loro risposte non rivelassero in alcun modo il loro genere. L'idea era di creare un insieme di risposte il più possibile neutro, per sfidare l'intelligenza artificiale in un gioco di astuzia cognitiva.
Dopo aver raccolto le risposte, le hanno organizzate in 20 coppie di intervistati, mescolando risposte di docenti maschi e femmine. Ogni coppia è stata anonimizzata con le etichette "A" e "B", e le risposte corrispondenti sono state presentate all'IA. Il compito dell'intelligenza artificiale era duplice: primo, tentare di identificare il genere degli intervistati basandosi esclusivamente sulle loro risposte; secondo, fornire una stima della propria sicurezza nella scelta effettuata e articolare le motivazioni sottostanti alle sue conclusioni. Questo progetto non solo ha messo in luce l'abilità delle studentesse di pensare in modo critico e creativo ma ha anche offerto uno spunto di riflessione sulle potenzialità e i limiti delle intelligenze artificiali nel riconoscere e interpretare i contesti umani complessi, liberi da stereotipi e pregiudizi di genere.

Ma è il lavoro con il coloring book, in particolare, che ha incarnato l'essenza della nostra missione: dimostrare come, attraverso l'uso consapevole delle tecnologie, sia possibile non solo apprendere ma anche creare qualcosa di unico e di valore.
La partecipazione al progetto Ital.IA Lab ha segnato l'inizio di un viaggio incredibile per me e i miei studenti, ma è stata la preparazione e la successiva partecipazione alla RomeCup 2024 (insieme agli studenti Sara, Ilaria, Maria Pia, Anna, Nicola, Raffaele, Christian, Manuel) a rappresentare il culmine di questa avventura. La creazione del coloring book da parte di Sara Cotena e Manuela Del Giudice, ispirato al mondo incantato di principi e principesse, castelli e draghi, carrozze e cani reali è diventato il simbolo del nostro percorso: un progetto che incarnava l'unione tra creatività, apprendimento e tecnologia.
Dopo aver chiesto all'IA di Microsoft di generare immagini semplici e incisive per i più piccoli, dai tratti marcati e con pochi colori essenziali e successivamente aver creato le stesse immagini in bianco e nero da colorare attraverso un software specifico, abbiamo deciso di pubblicare il libro tramite Amazon. La copia di prova è arrivata giusto in tempo, permettendoci di portarla con noi a Roma, dove avremmo partecipato alla RomeCup 2024, un evento che attendevamo con trepidazione e speranza in cui la nostra robotica sarebbe salita sul palco delle conferenze ad aprire l'evento.
L'emozione di portare e la speranza di presentare il nostro lavoro in una così prestigiosa vetrina era palpabile, non solo tra gli studenti ma anche in me e nella nostra dirigente scolastica, la prof.ssa Elena Manto, la cui passione per il digitale era cresciuta di pari passo con il progredire del progetto. La decisione di Sara di unirsi a noi a Roma, nonostante l'assenza di Manuela, sottolineava la forza e l'unità del nostro gruppo.
Il giorno 20, quello dell'apertura, seduto al tavolo della conferenza, c'era anche Vincenzo Esposito, l'amministratore delegato di Microsoft Italia. E già quì, che a me, informatico di professione e Microsoft nel DNA, mi si è fermato il battito. Presi dall'entusiasmo, con Sara, abbiamo deciso di metterci in mostra. Ci siamo detti... facciamo vedere il libro. Ed è stata quella carica ottenuta sfogliando le pagine del libro che ci ha fatto alzare e correre verso Esposito alla fine della conferenza.
Il momento più significativo è arrivato quando, poco prima di presentare il nostro libro abbiamo assistito a un dialogo rivelatore. Mario Sturion, Managing Director di Johnson & Johnson, esprimeva a Esposito le difficoltà incontrate dalla sua azienda nell'uso di Copilot: "abbiamo provato a usare Copilot, interessante, dobbiamo ancora analizzarlo meglio e fare formazione". Uno strumento di IA di cui noi eravamo invece diventati proficienti. Immediatamente dopo questo Sara si presenta all'ad Esposito e dice "Noi invece con Copilot abbiamo realizzato questo libro". Questo scambio ha evidenziato una verità fondamentale: le competenze che noi, come istituzione educativa, avevamo sviluppato e approfondito, erano non solo avanzate ma anche estremamente rilevanti nel contesto professionale attuale.
Nel frattempo tutti gli altri del Majorana, preside in testa, ci avevano raggiunto. Esposito sembrava eccitato per quello che stava vedendo, ha espresso, senza trattenere la gioia, tutto l'entusiasmo per il lavoro. Ha chiamato intorno a se qualcuno per far vedere il lavoro e ci ha detto qualcosa tipo: "Ma davvero questo l'avete fatto con Copilot? Ma è fantastico, bravissimi. Questo libro lo voglio. Me lo regalate? Me lo prendo!".  Il tempo di dargli alcune informazioni tecniche sulla realizzazione e ci dice: "Ve lo devo firmare assolutamente... anzi no, che dico? Siete voi che dovete firmarlo a me! Voglio i vostri autografi". E così i ragazzi si sono alternati per mettere una firma sulla pagina bianca del libro che per noi è diventato un successo senza eguali.
Poi ci ha chiesto di metterci tutti insieme e di scattare delle foto. Lui a noi, davvero incredibile!
Era chiaro, quindi, che ciò che avevamo da offrire non era solo un esercizio accademico, ma una competenza concreta e preziosa. La consegna del nostro libro all'amministratore delegato di Microsoft non è stata solo un gesto di orgoglio per il lavoro svolto da me e dai miei studenti, ma anche una dimostrazione della nostra capacità di stare al passo con le esigenze del mondo moderno, superando addirittura le aspettative di alcune delle più grandi aziende a livello globale.
L'incontro con Esposito si è trasformato in un momento di pura gioia e riconoscimento. Vedere l'ammirazione nei suoi occhi mentre sfogliava le pagine del nostro libro è stato un riconoscimento che andava oltre le aspettative. 
Tutto questo per me ha sottolineato un concetto chiave: la tecnologia, in particolare l'intelligenza artificiale, non è solo un dominio di giganti globali o di figure astratte lontane dalla realtà quotidiana. È diventata una parte integrante dell'istruzione, un campo in cui anche una scuola di Pozzuoli può non solo partecipare ma eccellere e insegnare.
Con la richiesta di firmare il nostro libro, Esposito ha invertito il ruolo tradizionale tra studente e maestro, professore e professionista, e noi abbiamo sentito di aver veramente compiuto qualcosa di straordinario. Il vero significato di questa esperienza, tuttavia, va oltre il riconoscimento esterno. È stato un viaggio di crescita, scoperta e autorealizzazione per i miei studenti. Hanno visto che il loro impegno, la loro curiosità e la loro capacità di innovare possono avere un impatto reale, riconosciuto da figure di spicco nel mondo della tecnologia e dell'innovazione. Questo li ha motivati a proseguire nel loro percorso di apprendimento, armati della consapevolezza che hanno molto da offrire. Per me, come insegnante, questa esperienza ha rafforzato una convinzione profonda: il nostro ruolo va ben oltre l'insegnamento dei contenuti didattici. È guidare, ispirare e preparare i giovani a entrare in un mondo in rapida evoluzione, mostrando loro che con impegno, passione e creatività, possono non solo adattarsi ma anche plasmare il futuro. 
Concludendo questa incredibile avventura, ciò che rimane impresso nella mia mente e nel mio cuore è l'entusiasmo e la soddisfazione dei miei studenti. Vederli riconosciuti e celebrati ha confermato il valore dell'educazione come strumento di empowerment, capace di aprire porte e costruire ponti verso il futuro. Questa storia, nata nel cuore di Pozzuoli e fiorita a Roma, è un testamento alla potenza dell'apprendimento, dell'innovazione e della comunità.

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