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Il coding per l'inclusione

Il coding per l'inclusione

Il coding per l'inclusione

Quando presentiamo ai docenti la piattaforma CS First, realizzata da Google, ne sottolineiamo non solo la versatilità per la didattica delle diverse discipline, ma anche la sua efficacia per  coinvolgere gli alunni con bisogni speciali. Ma cosa significa concretamente? Lo abbiamo chiesto alla docente Elisa Baraghini, formatrice alla pari per colleghe e colleghi nelle Digital Room di CS First e autrice del progetto "Compagni con bisogni speciali" [vedi Curriculum mapping].

 

Elisa, negli ultimi anni il tuo interesse si è concentrato su coding e inclusione, con un focus supplementare sulla Comunicazione aumentativa e alternativa. Quale chiave hai identificato per coinvolgere i bambini con bisogni speciali nelle attività di coding a scuola?

Svolgo il ruolo da educatrice da vent’anni e per me è importante che i bambini con bisogni speciali siano persone attive all’interno della sezione e considerati dai compagni come pari, nonostante le difficoltà. La CAA supporta il linguaggio con immagini, foto, simboli ed è ciò che consente a molti di comunicare, di migliorare la comprensione dei testi, di sostenere il vocabolario. L’esperienza degli ultimi anni nella scuola dell’infanzia ha reso evidente come questo strumento sia ancora più utile con i bambini che ancora non hanno imparato a leggere e scrivere (età 0-6).

Negli ultimi anni mi sono appassionata al coding che è diventato un altro strumento importante a supporto della didattica. In particolare, il coding può essere abbinato a temi o argomenti che diventano interessanti per il bambino e che coinvolgono l’intera classe, innescando un processo di apprendimento condiviso: la comprensione di un testo, il racconto di una storia, l’espressione delle emozioni. Il coding permette di attivare il gruppo classe in modalità diversificata e di inserire i bisogni speciali alla radice della progettazione didattica.

 

In che modo la piattaforma CS First facilità il “coding per tutti” ?

La piattaforma è uno strumento validissimo per poter parlare di coding a scuola: il fatto che sia suddivisa  in tematiche, e che ogni tematica dia accesso a specifici materiali, permette un approfondimento e un supporto valido sia per l’insegnante che per l’alunno. Inoltre, i video divertenti e dinamici presenti sulla piattaforma sono utili sia al fine di chiarire gli obiettivi di apprendimento sia per fare pratica con Scratch. Oltre a questo, il curriculum mapping realizzato dalla FMD consente di avere una fonte d’ispirazione sempre disponibile per identificare idee che ci consentano di personalizzare i progetti di coding in base ai bisogni della classe.

 

Il tuo prossimo progetto di coding nel cassetto?

Il progetto di coding che vorrei realizzare è di tipo trasversale: coinvolgere tutte le sezioni della scuola dell’infanzia con un obiettivo finale comune che evidenzi le potenzialità del coding per tutte le età coinvolte e che possa essere anche “portato a casa” in modo che i genitori possano apprezzare la validità del metodo. Infine, credo sarebbe molto importante lavorare su proposte di laboratori di coding che coinvolgano i bambini affetti da autismo.

 

 

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