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Educazione trasformativa

I docenti della scuola del noi
Fondazione Mondo Digitale

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I docenti della scuola del noi: oggi vi presentiamo Rosalba Monaco

Eccoci al nono appuntamento con i "docenti della scuola del noi", che abbiamo anche definito come "i-docenti", gli insegnanti dell'inclusione, che lavorano ogni giorno per non lasciare nessuno indietro [vedi la notizia La scuola del noi].

Oggi, con un breve video e un'intervista curata da Ilaria Gaudiello, conosciamo Rosalba Monaco, insegnante nella scuola primaria con un'esperienza di direttrice di un centro formativo.

 

 

INTERVISTA

Rosalba, la tua carriera ti ha vista impegnata come docente e come direttrice di un centro formativo. Sulla base di questa duplice prospettiva, potresti dirci quali sono a tuo avviso le tre esigenze prioritarie degli insegnanti oggi in termini di sviluppo del proprio percorso professionale nel complesso contesto che la scuola sta vivendo?

I progetti di formazione rivolti a docenti, educatori e pedagogisti che ho avuto l’opportunità di di condurre in questi anni, mi hanno aiutata a capire quanto sia importante aver maturato esperienza in dimensioni lavorative diverse ma complementari alla scuola per avere un punto di vista critico - ma obiettivo - che va oltre il titolo di studio e la conoscenza dei programmi scolastici. In questo senso, è di grande importanza oggi l’introduzione di una versione innovativa dell’Educazione civica grazie alla legge n. 92/2017 e recenti Linee guida. La scuola contemporanea deve prendere consapevolezza del suo valore di comunità educante, e il nuovo curricolo di educazione civica vuole essere un ponte per l’interdisciplinarietà: la cittadinanza attiva, l’interculturalità, l’identità digitale, il service learning, l’educazione finanziaria concernono infatti ogni materia. conoscenze, perché il suo scopo è promuovere le competenze per la vita utili a cavarsela nelle situazioni complesse. 

 

Quest’anno la tua professionalità e indole proattiva hanno incontrato Fondazione Mondo Digitale, hai risposto alla call per gli insegnanti e stai collaborando con altri docenti a un progetto di innovazione curricolare sugli stili di apprendimento nella scuola primaria. In che modo gli strumenti digitali sono utili in tal senso?

Tra le conseguenze più gravi e significative della pandemia per la scuola c’è stato lo stravolgimento dello spazio-tempo e la riorganizzazione immediata di un nuovo ambiente educativo virtuale e di un nuovo concetto di tempo “capovolto”, dando concretezza a quelle iniziative di e-learning fino ad oggi solo complementari ed episodiche, rispetto a quella che per definizione è la didattica tradizionale. Grazie al digitale la scuola oggi ha dimostrato di essere uno spazio aperto e dinamico per l’apprendimento - e non solo un luogo fisico prestabilito – in cui le proposte didattiche possono essere motivanti se presentate in una modalità innovativa. Gli strumenti digitali che oggi sono al servizio della didattica sono utilissimi per aiutare i docenti a personalizzare i percorsi didattici sollecitando più canali di apprendimento, in particolare quello visivo, uditivo e cinestetico. Ad esempio, lo storytelling, la creazione di un fumetto o di una escape room possono essere modalità accattivanti per proporre lezioni di italiano o storia consentendo agli studenti di applicare le regole grammaticali, lessicali, imparare a articolare un discorso scritto o orale, mettendo in ordine personaggi, avvenimenti e date, in modo significativo oltre che creativo.

 

La Scuola del noi apre inedite possibilità di collaborazione con docenti di tutta Italia per facilitare l’innovazione sistemica nell’educazione, mettendo in gioco la complementarietà dei profili dei docenti. Quali conclusione puoi tirare da questa prima esperienza e quale pensi sia il tuo prossimo progetto?

Mi sono imbattuta per caso in Fondazione Mondo Digitale e sono stata coinvolta in un gruppo di lavoro molto stimolante, fatto di docenti che quotidianamente portano a scuola la loro esperienza poliedrica. Immagino una scuola dove le risorse umane, i docenti, sono anche professionisti che abbiano lavorato in ambiti diversi, e che possano trasmettere motivazione, entusiasmo, insegnando con empatia. Per me è proprio questa la vera innovazione. Non uno stravolgimento dei programmi in sé, in rottura con la tradizione. Ma un nuovo modo di proporli che sia più vicino a una generazione di studenti che è nata nel mondo digitale - oggi più che mai è reale - e che ha bisogno di una guida autorevole per decodificare questo nuovo mondo affascinante quanto insidioso. Vorrei poter proporre un progetto che riformi il curricolo scolastico non nei contenuti ma nei modi in cui la scuola riconosce il proprio valore di comunità educante, esce dai suoi confini e va incontro ai suoi studenti aiutandoli a trovare il senso dello studio per orientarli a costruire un percorso di crescita personale e professionale, ad essere cittadini globali e digitali. Questa apertura al cambiamento deve essere uno stile di vita, una decisione consapevole, un modo di accettare l’incertezza trovando un nuovo equilibrio. In un mondo che cambia, l’educazione deve essere trasformativa, deve creare significato dall’esperienza, interpretandola. Quando questa interpretazione ci indirizza verso un processo decisionale, verso un cambiamento, è in quel momento che diventa apprendimento. Con l’obiettivo di diventare persone capaci di pensare in modo autonomo e responsabile.

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