«La malattia mi fa paura, mi mette a disagio, mi blocca, sento come se si alzasse un muro. Non saprei come gestire le emozioni, se capitasse a qualcuno che mi è caro. In queste settimane, per esempio, ho tanta paura per i miei nonni. La testimonianza di Leonardo ci è rimasta dentro. Cosa farei di diverso, dopo averlo sentito? Ascoltare, ascoltare tantissimo. Lui ci ha detto che quando gli è stata diagnosticata l’ipertensione polmonare, tutti gli amici di prima sono spariti, gliene è rimasta solo una. E lei lo ha ascoltato». A parlare così è Miranda, 17 anni, che ha raccontato la sua esperienza con il progetto Fattore J al magazine Vita (vedi Davanti a un malato siamo tutti a disagio? 100mila studenti allenano l'empatia).
Abbiamo chiesto agli studenti coinvolti in Fattore J, percorso di formazione per la scuola italiana che aiuta i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone affette da malattie, di esprimersi con strumenti a loro familiari, come il video selfie. Ecco il contributo di Chiara, studentessa dell’IIS Pareto, sull’empatia…
Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, è il primo curricolo per la scuola italiana per educare i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone che vivono una situazione di grave disagio o sono affette da malattie. Un’importante operazione sociale per stimolare il cambiamento culturale e di mentalità a partire dalle nuove generazioni.
