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Vademecum per docenti

Vademecum per docenti

Vademecum per docenti

Di recente il quotidiano "Il Sole 24 Ore" ha pubblicato undici tesi sulla didattica a distanza, firmate da Mauro Piras, per "cercare di chiarirsi le idee su quello che si può o non si può fare".

 

In un periodo come quello che stiamo affrontando è fondamentale fare un po' di ordine su come gestire al meglio il lavoro da casa, anche dei nostri ragazzi. L'interruzione delle attività scolastiche ha portato l'intera famiglia ad essere coinvolta nello svolgimento delle lezioni e dei compiti. Gran parte di quello che si faceva in classe ora si fa tra le mura domestiche. Inevitabile trasformare i genitori in protagonisti attivi delle formazione dei propri figli. Ma cosa si può o non si può fare con la didattica a distanza? O meglio, cosa è meglio fare e cosa è meglio evitare di fare per difendere l'equilibrio familiare? 

 

Un breve vademecum ci dice che:

 

  1. La DAD va fatta, su questo non può esserci dubbio. Il diritto all'istruzione non può non essere garantito. "C'è però un grosso problema: il divario digitale, cioè la forte differenza di dotazioni informatiche (strumenti e connessione) a seconda delle classi sociali e delle zone del paese". In realtà la didattica a distanza non aggrava l'iniquità sociale, ma la combatte con mezzi più limitati perché, differentemente dalla scuola, ha meno capacità di ridurne gli effetti.
  2. Sono obbligati i docenti? Nessuna imposizione per gli insegnanti ma è importante "che tutti si muovano perché coinvolti da un forte senso di comunità".
  3. Ricordiamo che non sono obbligati gli studenti. "Non essendo obbligati, il lavoro degli studenti va reso del tutto praticabile nelle condizioni date, per rendere più facile una frequenza massiccia".
  4. Questa “non obbligatorietà” si ripercuote su due aspetti molto importanti: la valutazione in itinere, e quella conclusiva. Una didattica senza bocciature quest'anno: agli studenti verranno date valutazioni che serviranno per stabilire le competenze in uscita, utili a comprendere da dove ripartire l'anno prossimo.
  5. Come va fatta la DAD, in questo quadro? Mediante modalità che possono raggiungere tutti.
  6. Le videolezioni e le attività in collegamento diretto servono. Devono essere costanti ma senza eccessi, per accompagnare quotidianamente i ragazzu. L'obiettivo è quello di non farli sentire "abbandonati", ma al contrario seguiti.
  7. È necessario impostare un lavoro didattico che occupi gli studenti autonomamente. Impossibile replicare online il lavoro che si sarebbe fatto in aula. Pertanto è necessario prendersi tutto il tempo per "confezionarne" uno ad hoc, che garantisca agli studenti una certa autonomia.
  8.  Valutazione. "Forse questa emergenza può far capire a tutti che la scuola fatta bene non ha il suo fine ultimo e il suo centro nel voto. [...] Bisogna valutare facendo quella che viene chiamata in gergo valutazione formativa, cioè finalizzata a far vedere a ogni studente i suoi punti di forza e di debolezza".
  9. Evitare assolutamente la riproduzione delle pratiche tradizionali. Pensare e diffondere forme alternative è il mantra.
  10. Cooperazione. Ai docenti è richiesta ancor più in queste condizione una forte collaborazione, per evitare l'inefficacia e inefficienza della DAD.
  11. Flessibilità. "Non bisogna perdersi in vincoli burocratici che impediscono di raggiungere subito e bene i ragazzi". Ciò, però, non significa neppure non garantire agli studenti una routine rassicurante. Come in tutte le cose è necessario raggiungere un giusto equilibrio.

 

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