Continuiamo a diffondere tecnologia senza preoccuparci delle competenze d’uso, senza aiutare le persone a comprendere come nuovi strumenti e funzionalità possano modificare abitudini e comportamenti. Immaginiamo di sostituire progressivamente tutti i vecchi telefonini mobili degli anziani con nuovi smartphone senza spiegare le nuove funzioni. Gli anziani continueranno a usare i nuovi device solo per telefonare, trovandoli meno funzionali, più complicati e con cariche meno durature. E chi si è già adeguato, senza sperimentare alcun vantaggio, cercherà di scoraggiare i ritardatari, sconsigliando ogni cambiamento.
La sfida della trasformazione digitale è appassionare le persone al cambiamento, proponendo esperienze concrete di innovazione in grado di migliorare la qualità di vita. Possiamo aiutare le persone a riscoprire il piacere di imparare. Dobbiamo riuscire a trasformare la sfida della riduzione del divario digitale in una straordinaria occasione per combattere anche l’analfabetismo funzionale o l’analfabetismo di ritorno in cui si trovano grandi percentuali della popolazione adulta.
Nel nuovo contributo pubblicato sul magazine Agenda digitale, Mirta Michilli, alla guida della Fondazione Mondo Digitale, suggerisce alcune azioni urgenti per incrementare la formazione diffusa e informale, con varie modalità di fruizione, flessibili e miste, per raggiungere chiunque e apprendere ovunque (anche soluzioni semplici come “I consigli di Samuele“). Nello stesso tempo bisogna rendere le istruzioni d’uso a dispositivi e servizi chiare e semplici, alla portata di tutti.
Tutti i divari digitali dell’Italia: ecco perché la tecnologia crea nuove disuguaglianze
Sappiamo che la tecnologia può essere uno strumento straordinario per accelerare l’inclusione sociale. Allora perché sta creando nuove disuguaglianze? Dove stiamo sbagliando? La sfida è allineare l’accelerazione della trasformazione digitale con l’acquisizione di competenze, non solo digitali
di Mirta Michilli
Agenda digitale, 19 aprile 2022