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Saharawi: un ponte digitale per la pace

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Saharawi: un ponte digitale per la pace

Saharawi: un ponte digitale per la pace

 

"La cosa più terribile è l'isolamento... molte generazioni che sono nate nel deserto non conoscono le montagne, il mare...

Io sono sicuro che questo progetto, questo contatto, questo gemellaggio - e voglio ringraziare tutti gli insegnanti, tutti i ragazzi e tutti gli amici - ci possa far sentire che non siamo da soli.

Da più di 20 anni abbiamo fatto una scelta - malgrado la nostra terra sia invasa, malgrado il Marrocco abbia un esercito di 150mila soldati che occupa la nostra terra - nel '90 abbiamo fatto la scelta di fermare la guerra, di affidarci alla diplomazia internazionale e di collaborare con le Nazioni Unite per uno scopo preciso che è quello di dare la possibilità al nostro Popolo, attraverso un referendum, di scegliere che cosa vuole per la sua terra, se vuole essere indipendente o vuole essere una parte del Marocco. La nostra non è una popolazione fondamentalista... siamo una popolazione aperta, tollerante... Ogni estate portiamo centinaia di bambini in Italia per insegnare l'educazione alla pace, perché possano scoprire che il mondo non è soltanto guerra, ci sono altre culture, altre realtà, altri popoli e altre religioni che bisogna conoscere... L'unica cosa che vi chiediamo è parlate di noi."

 

Dall'intervento di Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, alla videoconferenza con l'Africa, oggi alla Regione Lazio.

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