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Ozobot per il coding

Ozobot per il coding

Ozobot per il coding

“Una sferetta di metallo grande come un cioccolatino con un sensore che gli consente di seguire i tracciati che segniamo col dito sul monitor dei tablet. Visto che riconosce i colori, possiamo assegnare una funzione diversa a ogni colore, così da farlo accelerare sui tratti blu, girare su se stesso su quelli verdi e prendere la prima a destra con il giallo. In poche parole lo puoi programmare in punta di dito come se usassi in pennarello”.

 

Così l’edizione italiana del famoso magazine Wired descriveva Ozobot, uno de “I migliori robottini visti al CES 2014”, la più grande fiera di elettronica di consumo al mondo, che si svolge ogni anno a Las Vegas.

 

“Non bastasse, puoi aggiungere accessori per creare una pista più grande oppure disegnare tu stesso i percorsi con un pennarello. Secondo i creatori è in grado di recepire oltre mille istruzioni”, concludeva il giornalista di Wired.

 

E così succede alla Palestra dell’Innovazione, dove i bambini imparano a programmare con Ozobot, tracciando originali percorsi di gara, come mostra una giovanissima programmatrice a Jacquelline Fuller, direttore di Google.org.

 

 

A scoprire le potenziali didattiche di Ozobot è stata Cecilia Stajano, a Cambridge,  in occasione della settimana di formazione alla Coding Summer School realizzata con la collaborazione del Computer Laboratory del Dipartimento di Informatica e di Ingegneria Informatica dell'Università di Cambridge.

 

Nel video girato a luglio a Cambridge, Giorgia, 24 anni, e Manuela, 25 anni, coach negli eventi di coding promossi dalla Fondazione Mondo Digitale, mostrano in anteprima Ozobot.

 

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