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Migrazione: il "collante" della lingua

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Migrazione: il "collante" della lingua

Migrazione: il "collante" della lingua
 
Per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, “occorre lavorare su progetti didattici che non siano pensati per lo studente modello “Erasmus” ma per il migrante”. Il messaggio di sintesi è di Augusto Venanzetti, responsabile della rete Scuolemigranti, che ieri ha partecipato al convegno La lingua italiana, passaporto per l’integrazione, promosso dalla Società Dante Alighieri.
L’insegnamento linguistico, infatti, è una parte fondamentale della politica migratoria e la lingua italiana un vero e proprio passaporto per l’integrazione: serve per conoscere il nostro Paese e il suo ordinamento, per svolgere il lavoro in maniera proficua, coltivare i rapporti sociali, esprimere le proprie aspettative e tutelare i propri diritti.
 
Secondo le stime della Caritas nel periodo giugno 2007-giugno 2008 gli iscritti ai corsi di italiano come seconda lingua (L2) presso i Centri Territoriali Permanenti (CTP) sono stati 6.697, gli iscritti a corsi gestiti dal circuito del volontariato 6.411 e quelli iscritti ai corsi dell’Upter 230. Con l’aggiunta di tutti i corsi gestiti da parrocchie, sindacati, partiti e altre strutture, difficilmente quantificabili ma pure diffusi, ne risulta, complessivamente, una stima di circa 14.000 stranieri inseriti nei corsi L2 nell’area della Capitale, con un apporto delle scuole del volontariato pari almeno al 40% dell’offerta totale.
 
“Ogni nuovo immigrato che si insedia regolarmente in Germania ha diritto a 300 ore di insegnamento gratuito della lingua tedesca, ritenuta indispensabile per favorire un migliore inserimento. L’obiettivo dell’integrazione porterà, anche in Italia, a investire maggiormente sull’insegnamento dell’italiano e a sostenere meglio le forze sul campo?”
 
Per approfondire:

 

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