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Digital Bridge è anche scambio didattico

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Digital Bridge è anche scambio didattico

Digital Bridge è anche scambio didattico
Oggi nella Sala Tirreno oltre 500 studenti romani in collegamento con il Camerun e i campi profughi Saharawi per fare il punto sul progetto Digital Bridge.
 
“Digital Bridge significa infrastrutture tecnologiche e collegamenti satellitari, formazione e sostegno alla didattica, creazione di una comunità per lo sviluppo, gemellaggi digitali tra scuole africane e italiane, missioni operative di solidarietà, ma anche scambio didattico”, ha sottolineato Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale. Per descrivere gli obiettivi già raggiunti, Mirta Michilli ha scelto di affidarsi alle testimonianze vive dei ragazzi e alle immagini di un breve video, denso di suggestioni ma anche di numeri, come gli 8.000 studenti e i 40 docenti Saharawi coinvolti in programmi didattici.

 

 

“I Saharawi mi hanno insegnato il rispetto reciproco, l'importanza di conservare la memoria di un popolo, mi hanno chiesto di parlare di loro con il resto del mondo e raccontare la mia esperienza”, racconta Almira, studentessa del liceo I. Newton. “Tanti non sanno che ci sono 300.000 vite che vivono in condizioni così drammatiche”. Le stesse parole nel messaggio di Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario: “L’unica cosa che vi chiediamo è parlate di noi”.
 
In Camerun sono già connesse le istituzioni di Fontem e quattro licei. “Realizzare un mondo unito, rompere le barriere che esistono tra le culture e sconfiggere i muri, è questo il senso del progetto”, sintetizza Martin Nkafu presidente Lats e coordinatore del piano di inclusione in Camerun.

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