Se decidiamo di installare un’app sul nostro dispositivo, forniamo una serie di autorizzazioni leggendo frettolosamente o non leggendo affatto le descrizioni che spiegano cosa viene usato e per quale scopo. Quando facciamo clic su “Accetto” sappiamo davvero su cosa stiamo esprimendo un consenso? Sono testi lunghi, noiosi, confusi, respingenti… in realtà ci servirebbero più di 70 giorni lavorativi a tempo pieno per leggere le politiche sulla privacy dei servizi usati in un anno! Intanto usiamo le app per quasi cinque ore al giorno, scegliendo tra 21 milioni di applicazioni disponibili tra App Store e Play Store, senza avere una formazione adeguata: non solo noi che siamo migranti digitali ma anche i nativi digitali, perché a oggi, salvo sporadiche sperimentazioni, le tecnologie ad alta intensità di dati, come l’intelligenza artificiale, non sono ancora entrate nel curricolo scolastico.
Nel contributo pubblicato sul magazine Agenda digitale, Mirta Michilli, alla guida della Fondazione Mondo Digitale, spiega perché è urgente potenziare l'orientamento e accelerare nell'inserimento delle tecnologie ad alta densità di dati nel curricolo scolastico.
Cybersecurity, le insidie ignorate degli smartphone: ecco perché la formazione è una priorità
La quantità di dati che generiamo dal nostro smartphone, senza rendercene conto, è impressionante. Per questo quando pensiamo di occuparci della nostra sicurezza è come se la stessimo difendendo con un colabrodo. Partiamo con l’orientamento e inseriamo le tecnologie ad alta intensità di dati nel curricolo scolastico
di Mirta Michilli
Agenda digitale, 6 settembre 2022