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Sono Sara Barboni...

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Sono Sara Barboni...

Sono Sara Barboni...

 

"Sono Sara Barboni, una ex studentessa del liceo Kant, una degli studenti impegnati nel progetto di scambio interculturale col villaggio di Fontem in Camerun. Vorrei parlarvi brevemente della storia di questo progetto anche per rendere evidenti gli enormi progressi degli ultimi anni.
I primi contatti del Kant con il GBHS (liceo linguistico) di Fontem risalgono al 1998 quando docenti, dirigenti e studenti si scambiano le prime lettere per dar vita a un progetto ("Adozione di un diritto umano. Scuola incontra scuola") che prevedeva inizialmente l'impegno di rinnovare ogni anno un concorso di borse di studio per gli studenti del GBHS.
Nel 2002 GBHS e Kant sottoscrivono ufficialmente un protocollo di partnership, e già tantissime associazione e enti collaborano alla realizzazione del progetto; progetto appunto di scambio interculturale, è importante quindi pensare che l'aiuto non è univoco e infatti dai colleghi africani arrivano al Kant oggetti tradizionali camerunesi simbolo di una cultura che comincia a farsi conoscere tra gli studenti italiani.
Il progetto si ingrandisce e si estende ad altre scuole arrivando a diventare il "Digital Bridge", cioè l'installazione di un sistema satellitare VSAT che favorisca un continuo scambio culturale anche in tempo reale.  Finalmente nel febbraio 2009 dopo circa dieci anni di progetto, studenti e professori delle varie scuole si recano in Camerun a vedere i frutti di uno scambio che ha raggiunto uno dei tanti traguardi che ancora vuole realizzare. Tutto ciò è stato possibile grazie all'aiuto dei tanti enti e fondazioni tra cui Regione Lazio, ESA, Fondazione Mondo Digitale ecc., ma anche dei contributi di tutti coloro che hanno creduto e collaborato al progetto. 
Quello che per me è importante dirvi oggi è che, nel clima attuale di crisi e difficoltà per il mondo scolastico e universitario in Italia, questo progetto ha come baluardo qualcosa che non bisognerebbe mai dimenticare: il diritto all'istruzione. Il diritto alla libertà. La libertà di scegliere della propria vita, di poter comunicare con l'altro alla pari. La libertà di avere una mente senza barriere anche se si vive in un villaggio di sei capanne. È un onore e un grande privilegio avere la possibilità di aiutare un ragazzo africano a diplomarsi, a imparare l'italiano, o anche semplicemente a raggiungere la scuola in bicicletta, come è un grande onore ricevere in prima persona un contatto così diretto con una cultura così bella e così diversa dalla nostra.
 
 
E' trascorso più di un anno dal viaggio in Camerun. Ricordare alcuni momenti è come rivivere uno strano sogno, ma ci sono cose rimaste vivide e indelebili nella mente. In Africa non abbiamo solo fatto i turisti; abbiamo vissuto in un modo nuovo, abbiamo appreso e conosciuto un diverso approccio alla vita. Siamo venuti a contatto con una cultura profondamente diversa dalla nostra, ma il nuovo approccio di cui parlo è quello alla nostra vita. E' quel connubio di curiosità e apertura al diverso, di comunicazione e comunione con l'altro che cambia il modo di vedere tutto il mondo che ci vive intorno. Che fa vedere il volto delle persone come un bellissimo libro da leggere e scoprire, e magari, da continuare a scrivere insieme. In Africa ho scoperto cosa vuol dire essere "con e per l'altro", proprio dove l'ambiente e le condizioni di vita porterebbero a provvedere solo a se stessi.

Vi invito perciò a continuare a credere in questo progetto, a sostenerlo in tutte le sue sfaccettature e a non abbandonare qualcosa che invece può crescere ulteriormente e continuare ad arricchire tutti: italiani e africani."
 
Sara Barboni

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