Jasmine, Janecia, Nequasia hanno programmato da sole i robot calciatori, cercando di rappresentare anche le abilità femminili. “I nostri robot sono fatti più di passione che di tecnica”, spiegano. “Noi ci teniamo a far vedere che dietro queste tecnologie ci sono volti femminili”.
Il coach Andrew William spiega: “le donne sono molto creative nel costruire i robot. Anche durante gli “allenamenti” c’è un clima particolare, capita perfino che i robot ballino in campo…”
E in effetti le ragazze sono davvero determinate. Ad esempio, Nequasia studia chimica e vuole specializzarsi nella realizzazione di protesi meccaniche. Tutto è partito dalla robotica.
La squadra americana MetroSpelBots ha partecipato alla Robocup Mediterranean Open, per la categoria Standard Platform League.