In missione nel Sahara occidentale. Oggi è la festa dei lavoratori anche per il popolo Saharawi.
A Roma si prepara il concerto. A Ravenna la manifestazione nazionale…
Quale valore ha il Primo Maggio in un campo profughi? Come si “festeggia”?
Lo scopriamo con gli occhi e le parole di Matteo Mennini, responsabile progetti dell’associazione di promozione sociale Bambini+diritti, in missione in questi giorni ad Aaiun, per il progetto Digital Bridge, coordinato dalla Fondazione Mondo Digitale.
“Sono iniziati i lavori per aprire un fosso di 50 metri, dove passeranno i cavi fino alla scuola di informatica. Abbiamo un problema enorme: la corrente elettrica...”
I lavori procedono a rilento ma… “tutti i mali non vengono per nuocere... e l'attesa ci aiuta a osservare, cogliere ritmi quotidiani silenziosi e immensi, carichi di significati a volte solo intuibili e quasi misteriosi...”
“Oggi è iniziata nel campo una campagna per la raccolta dell'immondizia che culminerà domani nella giornata dei lavoratori, 1° maggio, in cui tutti, volontariamente, scendono per le strade per rendere bella la loro città. Ci sembra un'idea geniale: ridare al lavoro il senso di contatto e costruzione della vita civile, spazio dei diritti dove la persona si esprime nel quadro di una collettività sentita come propria. Non solo pensiamo al nostro 1° maggio, ma pensiamo alla nostra idea di lavoro, di carrierismo, di individuale scalata al successo: di fronte al rinascere della vita che vediamo in questo luogo sub-umano, proviamo un senso di stanchezza sentendo che il nostro apporto culturale, seppur travestito da messianico progresso, è l'apoteosi dell'involuzione e della chiusura della persona in se stessa. Filosofeggiando... la fine della persona, il trionfo dell'individuo.”
