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Testimonials

I protagonisti raccontano

Tommaso Cocumelli

Tommaso Cocumelli 17 anni studente Roma

Siamo nati nel progresso. Siamo e saremo il progresso. La nostra responsabilità, come nuove generazioni, è quella di cambiare le cose. Ci hanno consegnato un mondo al tracollo e noi siamo la speranza di un futuro migliore. Per questo avere consapevolezza dei rischi per il nostro pianeta, per la nostra salute, per la nostra società è importante. Per cambiare le cose in meglio.
Tommaso, 17 anni, Roma

Giulia Diacci

Giulia Diacci 17 anni studentessa Bologna

La formazione di Fattore J mi ha colpito molto, soprattutto dal punto di vista emotivo. Grazie a Fattore J ho imparato a mettermi nei panni dell’altro. E devo dire che questo mi ha spinto a interessarmi anche di più di scienza e salute.

 

Tommaso Cocumelli

Tommaso Cocumelli 17 anni studente Roma

Mi ha colpito molto l’impegno e l’attenzione con cui si è parlato di malattia e di prevenzione. Le persone che abbiamo conosciuto avevano molto a cuore che fossimo informati correttamente. Ho scelto di diventare ambassador perché ho pensato mi sarebbe piaciuto fare lo stesso con i miei coetanei, condividere con loro informazioni e opinioni in ambito scientifico. Credo poi che fare da ambassador sia anche una grande opportunità di crescita e confronto. Facciamo molto team working e questo mi aiuta a capire come lavorare con altre persone. 

Matilde Dall'Olio

Matilde Dall'Olio 17 anni Studentessa Bologna

In quanto ambassador del progetto Fattore J ho lavorato insieme ad altri 19 miei coetanei alla stesura del Manifesto della Salute. La collaborazione che si è creata tra noi mi ha colpito e coinvolta molto. Ognuno ci ha messo il suo, ciascuno poteva fare proposte, suggerire idee. Il nostro obiettivo è raggiungere altri ragazzi come noi per accrescere in loro la fiducia nella scienza. Tramite il manifesto vogliamo dare loro la possibilità di scoprire l’importanza del progresso scientifico nella vita di ciascuno di noi. Io, ad esempio, senza la scienza, la medicina, non sarei qui. Sono stata operata d’urgenza due volte e, soprattutto la prima volta, è stata la bravura dei medici a salvarmi.

 

Carlo Guerra

Carlo Guerra 17 anni studente liceale Bologna

Ho iniziato Fattore J perché volevo partecipare a un Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento, ma già dalla prima ora di lezione mi sono accorto che quello era un Pcto tutto particolare. È stato un percorso appassionante, coinvolgente. Molto spesso tendiamo a pensare che sofferenza e malattia siano elementi distanti dalla nostra realtà, ma non è così e Fattore J aiuta a comprendere questo. Abbiamo conosciuto persone che soffrivano di patologie molto più comuni di quello che si pensa. Questo ci ha aiutato a sviluppare doti come l’intelligenza emotiva e l’empatia. Mi sono appassionato al tema al punto tale che ho poi deciso di diventare ambassador del progetto. Ho iniziato il progetto con l’obiettivo di fare l’ingegnere meccanico e ho terminato il percorso sognando di diventare medico. Quindi direi che forse mi ha cambiato la vita.

 

Laura Pezzi

Laura Pezzi Docente Arona, Novara

Ogni volta che c’era una formazione ho visto silenzio, attenzione, partecipazione immediata. Ho seguito da vicino una studentessa di 17 anni con una patologia congenita che le rende difficile esprimersi. Con sorpresa di tutti ha trovato il coraggio di parlare in pubblico, si è sentita compresa e ascoltata. I ragazzi hanno capito come si può rispondere alla malattia. Il clima nella classe è cambiato radicalmente.  

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