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Ricominciodatre su "Affari Italiani"

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Ricominciodatre su "Affari Italiani"

Ricominciodatre su "Affari Italiani"

 

Imprese e non profit: ecco la via per l’integrazione dei rifugiati

 

Aumento di fiducia nei rifugiati, sviluppo di una responsabilità personale, miglioramento della capacità di esprimersi in lingua italiana. Sono alcuni dei risultati raggiunti da “Ricominciodatre”, il progetto promosso dalla Fondazione Mondo Digitale che ha consentito a sei rifugiati di Sudan, Afghanistan, Eritrea, Gambia, Somalia e Mauritania di frequentare dei corsi di formazione seguiti da altrettanti stage in aziende e organizzazioni: un’esperienza presentata in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

 

Da gennaio ad aprile 2011 hanno studiato chi informatica di base per segretaria d’azienda, chi laboratorio multimediale audio-video, o ancora per il conseguimento della certificazioni Cisco-Cnna o per quella Ecdl: percorsi di studio compresi fra 60 e 80 ore con docenti e tutor a disposizione. Gli stage, effettuati ora in cooperative sociali, studi commerciali, aziende del settore, servono ora a dare valore pratico all’iniziativa.

 

La valutazione sulla bontà del corso è stata positiva per tutti: i questionari finali hanno segnalato interesse elevato per tutti, con tutti i rifugiati a segnalare che il corso è servito per rafforzare l’apprendimento della lingua italiana. Tutti hanno espresso il desiderio di frequentare un nuovo corso, il che segnala la necessità e la voglia di formazione che hanno i rifugiati, in particolare nei settori delle pratiche amministrative e contabili, dell’archiviazione, delle operazioni bancarie. Ma oltre ai risultati di natura strettamente tecnica, l’iniziativa ha portato positive ripercussioni sociali, con una quasi unanime attività di integrazione attuata con gli altri ragazzi italiani frequentatori dei vari corsi e un aumento della fiducia personale nella propria capacità di apprendere.

 

I sei protagonisti hanno storie diverse. Adel, 30 anni, sudanese, ha lavorato in Italia e all’estero come saldatore professionista e ora, dopo aver frequentato il corso per la certificazione Ecdl all’Itis “E. Fermi” di Roma, si specializza in ambito amministrativo con uno stage presso la cooperativa sociale Queens Servizi, occupandosi di archivio, di fatture e preventivi. Amodou in Gambia gestiva l’azienda agricola di famiglia, parla tre lingue, conosce bene l’Italia: a 33 anni ha seguito il corso di informatica di base per segretari d’azienda all’Istituto “M. Capozzi” di Roma e ora fa uno stage, fra fax, fatture, database, allo studio commerciale De Mattheis. Dawood è afgano, ventenne, italiano impeccabile: per lui corso da web graphic design e montaggio all’Istituto di stato per la cinematografia e la televisione “R. Rossellini” e ora montaggio e registrazione presso la Laser film srl. Farhia, unica donna, è somala, vent’anni: per lei percorso sui linguaggi giovanili e crossmedialità e stage alla Fondazione Mondo Digitale.

 

Goitom e Moussa sono oggi insieme in uno stage a Unidata spa: fanno assemblaggio componenti wireless. Il primo, eritreo, 38 anni, laureato in matematica, numerosi lavori nel corso della sua permanenza finora in Italia, ha frequentato il corso per la certificazione Cisco Cnna; Moussa, invece, 38 anni, un passato in Mauritania come responsabile vendite della società Mattel, ha frequentato due corsi formativi in campo informatico. L’esperienza dei sei protagonisti dunque è stata quanto mai positiva: la Fondazione Mondo Digitale può così affermare che il processo seguito, frutto di un’integrazione ibrida che coinvolge scuole, cooperative sociali, imprese e non profit, è “una buona pratica da esportare su tutto il territorio”.

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