Il rapporto sul primo decennio di attività della FMD, con la premessa di Tullio De Mauro.
Stampato a Roma, aprile 2011
È un onore per me firmare ancora una volta un rapporto che dà un rendiconto chiaro e minuzioso delle attività svolte prima dal Consorzio, poi, in continuità, dalla Fondazione Mondo Digitale. Per noi è stata ed è ordinaria amministrazione riflettere su quanto siamo venuti facendo e tradurre le riflessioni in testi di largo accesso e in momenti di informazione ai soci pubblici e privati e a quanti abbiamo incontrato come partner e collaboratori in Italia e in altri paesi. Se possiamo dire senza iattanza di avere avuto successo, ciò è dipeso certo dalla qualità dei collaboratori e partner, dall’impegno intelligente del personale della Fondazione, ma soprattutto, crediamo, dal fatto che abbiamo intercettato bisogni reali della popolazione, giovani, anziani, donne, scuole, insegnanti: bisogni di cultura, di crescita, di partecipazione. Da amministratori diciamo che non abbiamo consumato il capitale finanziario iniziale e lo abbiamo incrementato. Da cittadini diciamo che in questa esperienza abbiamo costruito insieme un gruzzolo non irrilevante di capitale umano e sociale, un patrimonio di fondate speranze per la vita di una democrazia sostanziale, effettivamente inclusiva.
Dieci anni di attività per un’organizzazione non profit sono un traguardo importante. Ma vorrei sottolineare anche un altro significato, un’accezione sicuramente meno conosciuta, del termine “ricorrenza”, che non è solo anniversario, data da ricordare. La ricorrenza, in linguaggio tecnico-scientifico, è un “procedimento logico basato sull’induzione”. Una relazione di ricorrenza, un’equazione di ricorrenza, a partire dalla relazione di alcuni componenti iniziali permette di valutare la successione.
La Fondazione Mondo Digitale nasce dal sogno di realizzare una società della conoscenza per tutti ma è fondata su un metodo di lavoro logico, induttivo, che ha permesso anno dopo anno di sperimentare progetti e linee di azione e mettere a punto validi modelli di intervento in diversi contesti territoriali. Questa lucida visione metodologica e strategica la dobbiamo al professore Alfonso Molina, professore di Strategie delle tecnologie all’Università di Edimburgo e da sempre direttore scientifico. Uno studioso di origine cilena che ha portato nel patrimonio delle organizzazioni non profit orientate alla conoscenza la capacità di costruire visioni complesse e nello stesso tempo chiare, lucide e illuminanti, prendendo in considerazione una molteplicità di punti di vista diversi. È il principio vincente del modello di innovazione sociale, che significa rispondere al bisogno primario di qualcuno ma nello stesso tempo essere utili a tutti e, in molti casi, indispensabili.
Alla creatività e alla capacità gestionale di Mirta Michilli, prima direttrice del Consorzio Gioventù Digitale, e ora direttore generale della Fondazione, dobbiamo la capacità di interpretare i bisogni del territorio e di trasformarli progetti, interventi, azioni e risultati. Nasciamo quindi nel 2001 come Consorzio, come prima partnership tra pubblico e privato (il Comune di Roma e sei aziende leader del settore ICT), per trasformarci nel 2006 in una struttura più solida, in grado di operare in scala maggiore, cioè in Fondazione. Il racconto di dieci anni di attività in sette diverse aree di intervento ha solo un filo conduttore, solido e robusto, l’uso intelligente e strategico delle nuove tecnologie contro l’esclusione sociale.
Quando mi è stato proposto di presiedere questa struttura, allora Consorzio, ho accettato la sfida, colpito dall’ambizione degli obiettivi, dalla profondità della visione strategica, dal rigore degli strumenti di intervento, tutte caratteristiche inusuali in una piccola struttura. Con il lavoro insieme abbiamo approfondito ricerche, presentato risultati, promosso incontri prima nazionali e poi internazionali.