Ital.IA Lab for School: verso un uso etico e inclusivo dell’intelligenza artificiale
Le prime formazioni in presenza realizzate all’istituto tecnico tecnologico G. Giorgi di Brindisi, guidato dalla dirigente Mina Fabrizio, confermano la visione di Ital.IA Lab for School: un progetto che nasce dalla co-progettazione con gli istituti ascolta i bisogni dei territori e offre moduli flessibili e immediatamente applicabili in classe. L’obiettivo è supportare i docenti nello sviluppo di competenze solide di AI Literacy e guidare le scuole verso un’adozione consapevole dell’intelligenza artificiale, riducendo i divari formativi e valorizzando le comunità educative. La testimonianza del professore Antonio Bari restituisce pienamente lo spirito di Ital.IA Lab for School: mettersi in gioco, condividere buone pratiche e accompagnare gli studenti in una transizione digitale che sia responsabile, inclusiva e orientata al futuro.
Professore, cosa l’ha motivata a partecipare alla formazione Ital.IA Lab for School?
La mia principale motivazione a partecipare alla formazione Ital.IA Lab for School è stata il desiderio di comprendere come integrare gli strumenti di intelligenza artificiale nella didattica in modo consapevole, etico ed efficace. Sentivo l’esigenza di approfondire nuove metodologie e acquisire spunti pratici per aiutare gli studenti a sviluppare un approccio critico e creativo all’IA, preparandoli a un contesto in continua evoluzione. Ritengo, inoltre, fondamentale che noi docenti per primi ci mettiamo in gioco, sperimentando e aggiornando le nostre competenze. Anche per questo mi sono fatto promotore dell’estensione di questa attività formativa a tutti i miei colleghi, nella convinzione che un uso consapevole di tali strumenti possa supportare concretamente gli studenti e accompagnarli con maggiore sicurezza e autorevolezza verso il futuro.
Che aspettative aveva prima del percorso e come sono state confermate o superate?
Prima di iniziare questo percorso mi aspettavo di acquisire una conoscenza più chiara dell’intelligenza artificiale applicata alla scuola, soprattutto dal punto di vista didattico e metodologico. Speravo di trovare strumenti concreti, esempi applicabili e replicabili, e riflessioni utili su come guidare gli studenti a un uso critico e responsabile. Posso dire che queste aspettative sono state confermate e la formazione ha offerto spunti pratici immediatamente utilizzabili, occasioni di confronto e una visione più ampia sull’impatto dell’IA nei processi di apprendimento. Ho apprezzato in particolare l’approccio orientato alla sperimentazione.
Qual è l’aspetto della formazione che ha trovato più utile per la sua pratica didattica quotidiana?
L’aspetto che ho trovato più utile è stato il taglio estremamente pratico della formazione. Non solo abbiamo approfondito il funzionamento degli strumenti, ma abbiamo anche visto come integrarli concretamente in classe, con attività replicabili e strategie didattiche immediate nei tre esempi proposti dal relatore.
C’è un concetto, una tecnica o uno strumento che “non conosceva” e che ora sente di poter usare con sicurezza?
Più che scoprire strumenti completamente nuovi, grazie alla formazione ho imparato a usarli con maggiore consapevolezza didattica. Già sperimentavo l’IA, ma ora mi sento più sicuro nel progettare attività strutturate, nel guidare gli studenti a un uso critico e nel definire scenari didattici più efficaci. In particolare, ho rafforzato la capacità di integrare questi strumenti nella lezione con obiettivi chiari, criteri di valutazione e attenzione all’etica e all’inclusione.
Ha già un’idea di come inserire le attività operative o le schede didattiche nelle sue lezioni?
Non ho ancora un’idea definita di come inserire concretamente le attività operative o le schede didattiche nelle mie lezioni, ma è stato molto utile ricevere questo input. La formazione mi ha dato spunti concreti e stimoli che sicuramente guideranno la progettazione futura, aiutandomi a integrare l’IA in modo più strutturato e consapevole nella didattica quotidiana e nel curricolo di educazione civica.
Quanto ritiene importante, oggi, che i docenti sviluppino competenze di AI Literacy?
Ritengo fondamentale che i docenti sviluppino competenze di AI Literacy perché l’AI sta diventando sempre più parte della vita quotidiana e in particolar modo del contesto scolastico: conoscerla e saperla utilizzare in modo critico permette di guidare gli studenti verso un uso consapevole, creativo ed etico degli strumenti digitali. Per noi insegnanti significa anche aggiornarsi costantemente, sperimentare nuove metodologie e preparare gli studenti a competenze realmente utili per il presente e il futuro.
Ha notato un cambiamento nell’atteggiamento dei suoi colleghi verso l’IA dopo la formazione?
Certo, ho notato un cambiamento positivo nell’atteggiamento dei miei colleghi. All’inizio qualcuno era un po’ scettico, dubitando della praticità o del valore aggiunto dell’IA nella didattica e si è affacciato per pura curiosità. Ma dopo la formazione del percorso Ital.IA Lab for School molti hanno mostrato maggiore apertura e consapevolezza e il fatto di aver ricevuto strumenti concreti e un iniziale contesto di confronto li ha aiutati a passare da una posizione di attesa ad una più attiva.
Se potesse esprimere un desiderio per le prossime attività del progetto, quale sarebbe?
Per le prossime attività del progetto sarebbe auspicabile dare continuità al percorso, con ulteriori occasioni di formazione e sperimentazione pratica con laboratori interattivi o workshop specifici per discipline diverse. Sarebbe importante mantenere vivi gli stimoli e i momenti di confronto tra docenti e mi piacerebbe anche che venissero condivisi esempi concreti di attività in classe e buone pratiche tra docenti, così da costruire una vera comunità di apprendimento sull’uso consapevole dell’IA nella didattica.
Se dovesse descrivere in una frase cosa porta con sé da questa esperienza, cosa direbbe?
Porto con me la consapevolezza che l’IA può diventare un alleato nella didattica, e la motivazione a sperimentare, innovare e guidare gli studenti con strumenti nuovi, critici e creativi verso il futuro.

Intervista di Alberta Testa, social media manager